Arriva la troupe di Annozero. La centrale torna alla ribalta

Tanti curiosi ieri a Calvi Risorta. E’ arrivata la troupe di “Anno Zero” con Sandro Ruotolo per fare il giro del paese e registrare qualche intervista. Ha girato immagini perfino  dietro alla processione di San Paolo della Croce a Zuni. L’arrivo dell’inviato della nota trasmissione di Santoro, quindi ha attirato curiosi e fatto nascere interrogativi sulla sua presenza in città.  L’argomento al cronista di passaggio è sembrata proprio la centrale a turbogas costruita nel territorio di Sparanise. Una centrale che secondo quanto si legge nel numero in edicola dell’Espresso è stata costruita su terreni appartenenti ai familiari di un noto esponente di Forza Italia e che avrebbe fruttato loro milioni di euro”. La centrale quindi ritorna all’attenzione dei media dopo ben sei anni di silenzio stampa. Il corrispondente di Santoro, dopo aver intervistato il sindaco Zacchia e qualche passant,e si è recato anche a Sparanise per completare il suo servizio che sarà trasmesso giovedì 30 ottobre prossimo. Una centrale, quella di Sparanise che effettivamente è sorta senza particolari proteste se si esclude quella organizzata a Sparanise e che ebbe il sostegno anche dell’allora vescovo di Calvi e Teano mons. Francesco Tommasiello, del Centro Sociale Tempo Rosso di Pignataro Maggiore e di qualche singolo politico locale. E’ da ricordarla perché è rimasta forse l’unica vera manifestazione popolare anticentrale. Si è tenuta a Sparanise il 3 gennaio 2003, un vero e proprio convegno organizzato dal “Comitato unitario contro la centrale” al quale intervennero il vescovo Tommasiello, deputati, consiglieri regionali, provinciali, esperti ecologisti e nove sindaci. Un grande convegno sull’ambiente, organizzato al Cinema delle Palme, per valutare attentamente i rischi connessi al progetto della Centrale a turbogas da 800 Mw  costruita nell’ area industriale Pozzi. Un progetto faraonico dai risvolti allora poco chiari riguardo la salute, l’ambiente, l’economia e l’occupazione nell’Agrocaleno. L’iniziativa quindi partì grazie al Comitato unitario “No alla centrale” di Sparanise che in pubblici manifesti apparsi sui muri cittadini scrisse:”Cui prodest? Oggi noi ci domandiamo: Quale futuro per l’economia e la salute del nostro territorio avremo con l’insediamento della centrale nell’area ex Pozzi a Sparanise? Per valutare attentamente i rischi connessi al progetto abbiamo organizzato un convegno al quale interverranno S.E. Mons. Francesco Tommasiello, Vescovo della Diocesi di Teano-Calvi, il deputato Lorenzo Montecuollo, il Deputato Pierino Sgueglia, il Consigliere regionale Vittorio Nolli, il Presidente dell’A.S.I. Corrado Cipullo, il Vice Presidente dell’ASI Vincenzo Natale, il Presidente del Consiglio Provinciale di Caserta Alfonso Russo, il Consigliere Provinciale e sindaco di Calvi Risorta Antonio Caparco, il sindaco di Pastorano Arcangelo Russo, il sindaco di Teano Raffaele Picierno, il sindaco di Pietramelara Pasqualino Di Fruscio, il sindaco di Carinola Pasquale De Biasio, il sindaco di Grazzanise Enrico Parente, l’esperto dell’ambiente prof. Antonio Ferrante. C’erano anche i responsabili delle associazioni  “22 ottobre” di Sparanise, “Amici della Natura” di Calvi Risorta, il  comitato contro la Piattaforma di Pignataro Maggiore e di  Carinola . Tutti insieme per il convegno ma anche per terminare la raccolta di firme da inviare al Presidente Bassolino “Noi sottoscritti cittadini, firmatari della presente, – c’era scritto nel testo della petizione – in merito al progetto di insediamento della Centrale Termoelettrica della Calenia che dalle nostre informazioni risulta non rispettare le linee guida approvate dalla Giunta Regionale, considerate le allarmate opinioni sulle emissioni e gli scarichi nocivi dell’impianto espresse da autorevoli scienziati (i risultati di una ricerca ENEA dicono di un incremento 7 volte superiore di anidride carbonica). – considerata la rischiosa ubicazione dell’impianto prossimo alla zona residenziale e che questa decisione comprometterebbe la quantità dei prodotti sia del settore agricolo sia di tutte le attività collegate, presenti nell’agro caleno, – certi che è nostro diritto, manifestare preoccupazione,  ma ancora più difendere la salubrità dell’area in un territorio già su soglie di allarme e in osservazione sanitaria per i numerosi casi di malattie tumorali:, chiediamo alla Regione di intervenire presso il governo per sospendere qualsiasi decisione esecutiva del progetto”

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