Postino beccato senza casco, ciclomotore “confiscato” per due mesi
Avrà imparato a proprie spese, ma anche a spese delle Poste, cioè dell’utenza costretta a pagare costi sempre più elevati per servizi sempre meno efficienti, o peggio più disastrosi, l’adagio latino dell’errare e del perseverare, cioè dell’umano e del diabolico, il portalettere a quanto pare beccato per l’ennesima volta senza casco alla guida del ciclomotore avuto in consegna per il recapito della corrispondenza e “confiscato” per due mesi. Per il momento i cervelloni delle poste avrebbero ovviato all’inconveniente anticipando le ferie ad un postino con contratto semestrale valido ancora per qualche settimana (che avrebbe potuto contribuire allo smistamento della corrispondenza arretrata) ed assegnando il suo motorino al collega che, oltre ad una lavata di capo dei superiori, dovrà accollarsi un verbale di alcune centinaia di euro che certo non può essere scaricato sulla comunità. Anche questo, per la verità, è opinabile se è vero che il portalettere irriguardoso del codice stradale si è giustificato asserendo che si era appena tolto il casco per recarsi a consegnare la posta in un palazzo dove, se fosse andato col volto coperto, avrebbe potuto essere scambiato per un malvivente. Dura lex, quindi, anche per gli addetti al recapito postale, un comparto che proprio quando stava migliorando grazie al buon lavoro del supplente caiatino, rischia di tornare ben presto nel caos a causa dell’immaginabile invio dell’ennesimo supplente forestiero che quando, fra sei mesi, comincerà ad imparare i nomi delle strade ed a conoscere le persone, dovrà passare il testimone al prossimo malcapitato. E naturalmente nessuno che conta (e indaga) avrà niente da ridire. Tanto, paga pantalone…