Esce in libreria Il padrone di casa
Il tempo e il suo scorrere sono due fra gli elementi più rilevanti del romanzo epistolare Il padrone di casa di Alberto Samonà, uscito in libreria per le edizioni Robin. Dodici sono i mesi raccontati nelle sue pagine, racchiusi in altrettante lettere. E tuttavia, il tempo è anche metafora di un ritmo che, in un certo senso, fa a pugni con il divenire per giungere diritto alla dimensione dell’essere.
In 156 pagine viene raccontato questo anno di vita, visto dal punto di vista di un uomo, il protagonista del libro, che scrive a un’amica proprio come si farebbe nelle pagine di un diario.
Il punto di vista del protagonista è quello di un affermato studioso di esoterismo, che dopo una vita trascorsa ad incassare i complimenti dell’intellighenzia e degli intellettuali suoi colleghi, vive un’esperienza che lo pone in una condizione nuova. D’un tratto, apre gli occhi e si rende conto di avere trascorso troppo tempo a studiare l’universo della simbologia religiosa e della spiritualità, scrivendo anche brillanti saggi su queste materie, senza però comprenderne mai l’intimo significato connesso a un reale lavoro su se stesso. È come se tutto ciò, in pratica, si fosse fermato in una parte della testa, nutrendo il proprio sapere, ma non riuscendo ad andare oltre.
Da questa presa di coscienza, il protagonista è come se rinascesse in una condizione differente, della quale scrive nelle proprie lettere, raccontando i tentativi e le impressioni nuove della vita ordinaria, che appaiono così sorprendenti e ricche agli occhi di chi prova a osservare.
La destinataria delle lettere non risponde mai e c’è il sospetto che in realtà non esista come persona fisica: è forse proprio lei la vera protagonista del romanzo di Samonà e il suo prolungato silenzio la rende misteriosa e regale. È quasi come uno specchio, davanti al quale c’è l’anonimo intellettuale che scrive i propri resoconti: uno specchio che ricorda la coscienza, che sa e per questo resta muta. Ma qualcosa alla fine viene smosso e anche il silenzio si trasforma in altro da sé.
In più di una pagina si avverte forte l’influenza delle idee di Georges Ivanovitch Gurdjieff, il maestro proveniente dall’Armenia, che riunendo nel proprio insegnamento i frammenti di una conoscenza millenaria, demolì le vuote certezze di non pochi intellettuali europei vissuti nel periodo a cavallo fra le due guerre mondiali.
Il padrone di casa è un libro contro il quale si impatta già dalla copertina, dove è riprodotto un quadro di Pupino Samonà, celebre pittore scomparso nel 2007 e zio dello scrittore. Il dipinto traccia cerchi che si incrociano in un turbinio di grigi, bianchi e blu, fino a quando una linea curva di un rosso vermiglio non si frappone in questa apparente tranquillità, spezzando d’un tratto il gioco armonico dei cerchi e dei colori. Da qui, può incominciare la lettura e il viaggio iniziatico.
Alberto Samonà, giovane scrittore e giornalista siciliano, si è mosso in passato nell’ambito della cronaca giudiziaria, firmando inchieste e articoli per i quotidiani Libero, La Sicilia e L’Ora, per citarne alcuni. Alla professione giornalistica affianca l’attività di autore e scrittore: ha pubblicato Le colonne dell’Eterno presente nel 2001 e La Tradizione del Sé nel 2003, e ha scritto e diretto l’opera teatrale Una fiamma a Campo de’ Fiori. Dall’amicizia con il cantastorie di Baghdad Yousif Latif Jaralla è nato lo spettacolo di narrazione Le orme delle Nuvole, che l’artista irakeno ha tratto da un racconto di Samonà. Fa parte della giuria del concorso “Subway Letteratura” riservato ad autori under 35.
Altre informazioni sul sito www.cronacalibri.com