Selvanova, “Mosto Sacro”
Castel Campagnano – La ciliegia e l'amarena per un Aglianico generoso ed elegante, il prodotto di punta della Fattoria Selvanova di Castel Campagnano. Una delle sorprese più piacevoli dalle degustazioni dei vini per «Campania da bere 2009» (il libro è in preparazione e sarà nelle edicole all'inizio di dicembre) è arrivata dal vino di punta della Fattoria Selvanova di Castel Campagnano. Siamo nel cuore della futura doc del Pallagrello che, a meno di colpi di scena (sempre possibili considerati i particolarismi e i municipalismi che disgregano piuttosto che unire i produttori), dovrebbe chiamarsi "Colline Caiatine". Antonio Buono, il proprietario di questa azienda modello, che conta su di una superficie vitata di 14 ettari, oltre che sul principale vitigno autoctono, ha puntato molto sulle potenzialità dell'aglianico, concedendosi, peraltro, qualche divagazione internazionale col cabernet sauvignon. Non a caso, dunque, il top wine della cantina, dove lavora il giovane Gennaro Reale, con la supervisione di Guido Busatto, è l'Aglianico riserva Selvanova. In commercio, al momento, ci sono le bottiglie del millesimo 2004. Trovarlo non sarà molto facile, perché in Campania viene distribuito solo in pochissimi punti vendita. É possibile, comunque, reperirlo direttamente in azienda. Al di là della qualità del prodotto, la passeggiata sarà ripagata dall'assoluta amenità del sito. Ma badiamo alla sostanza. Le caratteristiche visive sono il biglietto da visita di questo Aglianico generoso ed elegante. Ha un suadente colore rubino scuro, molto compatto, con riflessi porpora percepibili durante la lenta rotazione nel calice. Il naso viene investito da un dolce, intenso, effluvio di ciliegie e amarene in tutte le declinazioni possibili (fresche, in confettura, sotto spirito). Ho colto anche un sentore di sciroppo di tamarindo. A fare da sfondo alla componente fruttata un velo balsamico e vanigliato. In bocca colpisce per il compiuto equilibrio gustativo e per la notevole persistenza. Col tempo, che reggerà senz'altro grazie alla freschezza e ai tannini di ottima fattura, dovrebbe raggiungere maggiore complessità aromatica. Godibilissimo già ora. Provatelo sul filetto di chianina alla brace o sui formaggi stagionati. (Gimmo Cuomo – CDM)