Bosnia, giocattoli per gli orfani di Sarajevo da parte dei militari del contingente italiano
Se per gli italiani è stato un Natale leggermente più sobrio del solito, nonostante la grave crisi economica mondiale, figurarsi come possa essere stato il Natale per i bambini di tutte quelle nazioni in cui le guerre e la pace post bellica hanno loro consegnato città tuttora devastate. Ed è quello che hanno pensato anche i militari italiani del contingente della missione internazionale denominata “Eufor Althea” che si trovano in Bosnia. Infatti, per loro è stato un Natale di solidarietà che ha rallegrato i loro cuori e li ha confortati dalla lontananza dai loro affetti. Gli uomini e le donne italiane impegnati nella missione “Eufor Althea”, comandata dal Generale di Divisione Stefano Castagnotto e composta da circa 2.500 uomini appartenenti a 28 Paesi (gli italiani sono 300), hanno il delicato e complesso compito di accompagnare il processo di stabilizzazione e di ricostruzione del Paese, devastato dalla guerra che ha insanguinato i Balcani nei primi anni '90. Nel corso del Natale appena trascorso, i soldati italiani hanno portato in dono dei giocattoli ai 140 bambini, di varie etnie, ospitati in due orfanotrofi di Sarajevo. Bambini che la guerra ha privato dei genitori e degli affetti a loro più cari. “È stato un momento emozionante” – ha affermato il Generale Castagnotto – “vedere tutti quei bambini con gli occhi pieni di gioia quando un nostro soldato, vestito da Babbo Natale, è entrato nel grande salone con i sacchi pieni di macchinine elettriche, bambole, scatole di costruzioni e quant’altro. È stata subito festa ed i piccoli orfani hanno gioito ed abbracciato i nostri soldati con i quali hanno giocato mentre aprivano i pacchi dono”. Sicuramente sarà un Natale che ricorderanno. Al termine, il personale degli orfanotrofi nel ringraziare il Contingente Italiano in Bosnia per quanto sta facendo ormai da anni in questo Paese, ha avuto parole di elogio per l’iniziativa dei nostri soldati che, per un giorno, hanno reso felici questi bambini meno fortunati di quanti in Italia hanno festeggiato il Natale con i propri genitori.