Disgusto e Rabbia

Le serate del così detto "Festival della canzone italiana di Sanremo" hanno suscitato disgusto e rabbia in un nutrito gruppo di appassionati del bel canto e della bella musica. Dal gruppo si levava la sentita protesta di Antonio De Rosa, diplomato in pianoforte al Conservatorio di S. Pietro a Majella di Napoli: "Dopo tanto rumore, dopo tanto urlare e dopo una serie di parolacce, uno sprazzo di luce appariva sul palcoscenico del teatro Ariston quando giungeva l’inossidabile e distinto Maestro Lelio Luttazzi che, alla veneranda età di 86 anni, ma con l’entusiasmo di un giovane, accompagnava al pianoforte una giovane cantante. Seguiva una esibizione del Maestro che, da esperto jazzista, eseguiva il motivo: In un vecchio palco della Scala" che egli compose per il Quartetto Cetra. Sui volti di tutti noi, continua il Maestro De Rosa, appariva un sorriso di soddisfazione. Purtroppo le innovazione nella musica lasciano in disparte grandi Artisti che, in passato, hanno dato tanto allo spettacolo. Al contrario di altri Paesi dove "i vecchi Artisti" sono rispettati e considerati un punto di riferimento, con una facilità estrema, continua De Rosa, in Italia si offende l’Arte e si calpestano i valori, le tradizioni e gli Artisti come Lelio Luttazzi al quale si affiancano altri due Maestri: Armando Trovajoli e Sante Palumbo. Quest’ultimo ha continuato ad esibirsi, a Milano, nei lussuosi caffè della Galleria Vittoria Emanuele su iniziativa di affezionati ammiratori. Dimenticare Artisti di questo valore, conclude il Maestro De Rosa, tenerli in disparte, significa commettere un imperdonabile offesa ad essi e alla meravigliosa Arte della Musica, un’Arte che il grande Beethoven definì: «un vero dono di Dio agli uomini».

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