Discarica abusiva all’interno dell’ospedale
Da quando è entrato in vigore il Decreto Legge n. 172 sui rifiuti campani approvato a novembre del 2008 dal Consiglio dei Ministri, sono almeno una decina al giorno i campani arrestati e giudicati, molti per direttissima, dalla Giustizia con pene a volte spropositate. Il decreto, fra l’altro, prevede pene fino tre anni e sei mesi di reclusione per chi in Campania (e solo in Campania), e ovunque sia stato dichiarato uno stato di emergenza, abbandoni “rifiuti ingombranti domestici e non, di volume pari ad almeno 0.5 metri cubi e con almeno due delle dimensioni di altezza, lunghezza o larghezza superiori a cinquanta centimetri”. Se l’obiettivo del decreto era soprattutto suonare la grancassa e, nel gran baccano di propaganda e di minacce, fornire sostegno all’idea che l’emergenza rifiuti sia tutta imputabile ai perversi comportamenti della maggioranza dei cittadini campani, per i quali ci vogliono addirittura leggi speciali, allora ha colto nel segno. Ma andrebbe applicato (il decreto) con altrettanta severità e rigore anche nei confronti dei responsabili dell’ospedale civile di Piedimonte Matese che (come si vede nella foto) al suo interno ha attrezzato una discarica abusiva dove viene sversato di tutto. Il tutto sotto gli occhi dei pazienti e dei loro familiari che si domandano legittimamente perché la legge arresta con tanta solerzia un “rigattiere” e non arresta chi, invece, infischiandosene delle leggi ed in barba ai tutori della stessa, consente una discarica abusiva proprio sul luogo di lavoro. Fra l’altro nella discarica – dove si trovano arredi per il bagno, porte di stanze d’ospedale, divani, plastica, materiale di risulta e chissà cos’altro – si trovano diversi contenitori della spazzatura che recano scritto: solo nero, plastica ecc…, eppure tutte le mattine gli stessi pazienti notano un camion della spazzatura che sversa al suo interno tutto, senza alcuna differenziazione. Alla faccia della raccolta differenziata. Sarebbe il caso che il Nucleo Operativo Ecologico (NOE) dell’Arma dei Carabinieri facesse un intervento urgente al fine di impedire il perpetuarsi di un ulteriore inquinamento ambientale e di adottare severe misure repressive nei confronti dei responsabili siano essi “pezzi da novanta” o “semplici rigattieri”. Siamo convinti che il Comandante della locale stazione dei Carabinieri apprendendo questa notizia di reato interverrà immediatamente. “Lex dura lex, sed lex).