Randagi uccidono bambino, l’Aidaa, è colpa dei comuni

La tragedia di Modica in provincia di Ragusa, dove un branco di cani randagi ha aggredito a morte un bambino di 10 anni e ferito un altro bambino di 9 anni e un adulto, ha scatenato le ire dei cittadini che vorrebbero “eliminare” i cani randagi. Sulla questione non è assolutamente d’accordo la presidente della Lega della Difesa degli Animali, professoressa Dulcizia Castaldo, da sempre dalla parte di quelli che lei chiama i cani di quartiere. Anzi, lo scorso Natale lanciò una campagna a favore dell’adozione di “amici a quattrozampe” che si trovano presso i canili. L'Associazione italiana Difesa Animali ed Ambiente (Aidaa) ricorda come "la legge parli chiaro: i Comuni debbono provvedere al servizio di cattura dei cani randagi e alla realizzazione di canili comunali. Nonostante ciò, sono ancora più di 1600 i Comuni italiani che sistematicamente disattendono l'applicazione della legge 281". La professoressa Castaldo si dichiara "vicina" alla famiglia della piccola vittima ed augura una pronta guarigione ai due feriti. “Non è uccidendo i cani o avviando l'ennesima caccia grossa contro i cani selvatici” – sottolinea – “che si affronta e risolve il problema perché in Italia ci sono 450 mila cani randagi liberi, concentrati prevalentemente nelle regioni del Sud; e ad oggi il governo, nonostante gli annunci dei mesi scorsi, ha tagliato di oltre 2 milioni di euro i fondi annuali per lotta al randagismo. Occorre che le autorità facciano in modo di imporre ai Comuni l'applicazione della legge o che in alternativa vengano sanzionati penalmente i responsabili della mancata applicazione". Ricordiamo che dal 16 luglio 2004 è in vigore l’Ordinanza Sindacale nr. 142 che ordina alla ASL CE1 di sottoporre a visita medica tutti i cani vaganti presenti  sul  territorio  comunale, di effettuare interventi di pronto soccorso, trattamenti  terapeutici  e/o profilattici per  le  malattie  infettive trasmissibili, nonché interventi di sterilizzazione chirurgica. L’ordinanza, inoltre, dispone che la cattura degli animali deve essere effettuata dal Servizio cattura cani della ASL; che  al momento della cattura, gli organi competenti devono compilare un'apposita scheda clinica dell'animale, nella  quale verrà riportato il luogo e la data della cattura, i dati  segnaletici  e  lo stato sanitario dell'animale; che i cani ricoverati e catturati, sottoposti a sterilizzazione,  dopo il periodo di degenza presso il canile  sanitario,  potranno essere rimessi in libertà, previa registrazione così  come per legge; che per i cani rimessi sul territorio,  l'Ufficio  competente Comunale, attiverà una polizza assicurativa per coprire gli eventuali danni  che potrebbero arrecare i cani in libertà; 7) che gli animali rimessi in libertà dovranno essere muniti  di apposito collare inamovibile, fornito dall'Amministrazione  Comunale, di colore e  dimensione tali da renderlo appariscente  e recante  la dicitura: Comune di San Nicola La Strada ed i numeri telefonici del canile municipale, dell' U.O.V.

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