Semafori, i tempi non possono essere variati a piacimento dagli enti

Il rapporto fra gli automobilisti ed i semafori – questi ultimi molto spesso associati ai famigerati photored – non è mai stato, e difficilmente lo saranno in futuro, idilliaci, anzi possiamo tranquillamente affermare che gli utenti della strada li odiano perché li costringono a rispettare le regole del Codice della Strada. I tempi dei semafori sono stabiliti nel rispetto del codice della strada e non possono essere variati a piacimento dalle diverse amministrazioni comunali. È quanto ha precisato, mercoledì scorso, il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Elio Vito rispondendo a una interrogazione sulle iniziative urgenti per l'omologazione dei sistemi che quantificano la durata residua della luce gialla dei semafori. Ai fini della massima uniformità applicativa si adottano generalmente, per l'esposizione del colore giallo, tempi minimi di 4 secondi su strade urbane e di 5 secondi sulle strade extraurbane. “In ogni caso” – ha affermato l’onorevole Vito – “le durate effettive possono essere anche superiori a quelle indicate "in dipendenza delle dimensioni delle intersezioni dei veicoli in arrivo". Quanto ai dispositivi contasecondi da installare sugli impianti semaforici, Vito ha sottolineato che non sono attualmente previsti dal vigente regolamento di esecuzione ed attuazione del nuovo codice della strada e, peraltro, non sono neppure contemplati nei vigenti accordi internazionali sottoscritti dall'Italia. Sarà cura del ministero dei Trasporti in sede di revisione del nuovo codice della strada valutare attentamente la questione per disciplinare questi dispositivi ed evitare per il futuro abusi in proposito.

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