Nuovi Sentieri 8: Sguardo Contemporaneo
Si chiude domenica 26 aprile la stagione 2008/ 2009 della rassegna teatrale “Sguardo Contemporaneo”: è in scena in questi giorni presso l’Auditorium del Teatro Bellini “Mannaggia al diavoletto”, atto unico al suo debutto nazionale, per la ottima regia di Giovanni Meola. La rassegna, giunta alla sua ottava edizione, rappresenta un valido punto di riferimento per la realtà del teatro napoletano e nazionale con particolare attenzione alle nuove forme di drammaturgia.
La storia narrata da questa giovanissima compagnia teatrale è quella di due nuclei familiari tra loro imparentati: l’occasione di un pranzo di compleanno e il tradimento in esso consumato fanno riemergere vecchi malintesi e l’odio che intercorre tra due sorelle. Sullo scenario della azione si collocano sempre i figli delle due coppie: essi, sempre con uno spirito di gioco e con un animo nel contempo ingenuo e maligno, si avvicinano al mondo degli adulti, regolato da leggi assolutamente misteriose e si interrogano sul significato dei comportamenti degli adulti.
I personaggi si muovono sulla scena in maniera compulsiva. Con un sottofondo musicale di grande effetto si apre il sipario sul vissuto di due famiglie i cui eventi vissuti sono sostanzialmente simili a quelli di molte altre. I promettenti attori recitano per una prima parte dello spettacolo senza pronunciare parola alcuna: tutti i sentimenti e le emozioni vengono affidate ai rapidissimi gesti, sempre coordinati tra loro, che gli attori inscenano sul palco. Gli otto personaggi sono senza nome: ciò che caratterizza la figura di ognuno di loro è la mera relazione che li lega agli altri soggetti.
Hanno preso parte alla rappresentazione Melania Balsamo, Luigi Credendino, Enzo Del Prete, Simona Di Maio, Sara Missaglia, Vito Pace, Alessandro Palladino e Chiara Vitiello.
Il testo propone una attenta riflessione sul senso che assume la famiglia nella nostra società: la foto di gruppo che apre e chiude lo spettacolo è sintomatica della staticità interna dei due nuclei familiari pure nel momento in cui si verificano avvenimenti dalla portata dirompente. Anche un avvenimento grave come il tradimento di una sorella e del marito si risolve in una riappacificazione forzata, non sentita, richiesta forse dal resto della società. Il testo si avvicina fortemente alle istanze culturali del teatro della incomunicabilità senza mai cadere in formule banali e surreali.