Anoressia e bulimia fare molta attenzione

“Oltre ad un aumento nei giovanissimi sull’uso degli stupefacenti, debbo mettere in guardia anche sull’aumento degli anoressici con episodi bulimici”. Ad affermarlo è il dottor Giuseppe CARDONE, medico responsabile presso il Sert dell’ASL Ce1 di Teano, e braccio destro di Antonio Coppola, noto imprenditore di Casal di Principe, con attività commerciali in Aversa, che, in qualità di reggente de “La Destra”, dovrà traghettare il partito sino al congresso provinciale che si terrà dopo la tornata elettorale delle europee. “In Italia cambia il volto dell'anoressia” – aggiunge Cardone – “che, molto spesso, può portare i malati verso una “strada senza ritorno”. Sono in continuo aumento i malati anoressici con episodi bulimici che “flirtano” con la morte non solo attraverso i digiuni, ma anche con abbuffate seguite dal vomito auto-indotto” – sottolinea Cardone che nei mesi scorsi ha messo in guardia le istituzioni sull’aumento dei giovani sannicolesi che devono anche in giovanissima età – “A rischio ci sono le giovani come le over-45. In tutt’Italia sono circa un milione e mezzo i casi di anoressia associata con la bulimia. I soggetti più colpiti” – ha spiegato Cardone – “sono le donne fra i 18 e i 23 anni, ma si registra un preoccupante aumento anche tra le donne over 45. In questo caso le problematiche alla base del disturbo sono diverse da quelle delle adolescenti. Si tratta, infatti, di problemi legati al rapporto con i genitori, alle delusioni amorose ed alla paura dell'invecchiamento” – ha sottolineato il dottor Cardone – “che però rimangono latenti per anni, durante i quali le donne cercano di compensare attraverso il lavoro e la famiglia. Intorno ai 50 anni, però, questa bomba ad orologeria esplode. Anche quando il disturbo è conclamato” – afferma Cardone – “la donna fa fatica a riconoscerlo: il segnale più classico, cioè l'assenza del ciclo mestruale, viene infatti spesso scambiato con la menopausa. E sempre più spesso accade che la donna non sia l'unica ad avere disturbi alimentari in famiglia: molte pazienti vanno in tandem con le figlie, anch'esse colpite da disturbi alimentari. Questo” – ha concluso Cardone – “ci deve far riflettere sulle conseguenze della normalizzazione della magrezza, ormai omologata nella nostra società”.

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