E’ l’ora del tramonto per la famiglia tradizionale?

C’è il corso di pianoforte alle ore 16,oo; la danza alle 17,00; la partita a pallone o il pomeriggio di schopping con le amiche; e il cane chi lo porta a spasso? Quanto resta, tra le cose da fare, alla famiglia del ventunesimo secolo? La risposta viene direttamente da uno studio condotto dalla YoungPoll in occasione della Faimly Week in Gran Bretagna. Il sondaggio rivela un ”preoccupante deterioramento dell’unità famigliare” (Daily Mail) poiché genitori e figli, del nuovo secolo, si ritrovano a condividere non più di 45 minuti al giorno, impiegandoli con la cena e la tv, o meglio facendo entrambe le cose insieme e ignorando così i commensali. Un trend comune a tutte le società occidentali avanzate in cui ogni componente della famiglia si chiude nel proprio mondo fatto di lavoro, videogames, e Mc Donald, bisogna fare sempre più cose e sempre più in fretta. Sondare il vissuto dei giovani di oggi, analizzare e capire questi sondaggi, ci aiuta a far luce sulle caratteristiche della famiglia del domani dove per i genitori la famiglia produce relazioni sociali e valori e per i figli un valido appoggio a partire dal quale lanciarsi nel mondo del lavoro. Ma se si tocca, proprio ai giovani, il tasto “della famiglia che verrà”, ci si accorge di essere entrati in una zona d’ombra, poiché il ”fare famiglia” si è ridotto ad una scelta da valutare solo quando capita l’occasione: quando i figli dicono: ”forse mi voglio sposate con il/la tale”,e allora si deve pensare alla casa ai mobili, al corredo ma mai alla qualità della coppia. La famiglia italiana non è da considerarsi del tutto diversa da quella europea, anche se siamo portati a crederlo perché da noi questa ha un valore simbolico, più forte. Si sta insieme durante la visione della tv la sera, da ciò deriva la definizione di “famiglia televisiva”, o la domenica al centro commerciale, spesso il tempo della famiglia è solo quello del consumo. Tutto talmente diverso da qualche anno fa, almeno fino agli anni 70, quando i padri tornavano a casa per cenare e la famiglia si riuniva più spesso. Oggi tutti stanno molto tempo fuori. Forse un’affermazione consolatoria può essere: ”quello che conta è la qualità del tempo che si passa insieme più che la quantità!”

 

 

 

 

Condividi questo articolo qui:
Stampa questo post Stampa questo post