Viceré…con il cuore!
Viceré, per chi non lo sapesse, non è un sinonimo dialettale di ”vincere”, né un errore di scrittura per l’accento grave dal momento che il titolo del romanzo di Federico De Roberto è ambientato in Sicilia.E’ un libro che parla delle vicende del risorgimento meridionale narrate attraverso la storia di una nobile famiglia catanese, quella degli Uzenda di Fracalanza, discendente da antichi Viceré spagnoli della Sicilia di re Carlo V. Una storia di famiglia (la famiglia Uzenda) dove tutti i componenti sono accomunati dal sangue vecchio e corrotto, la spiccata avidità e la sete di potere, ognuno di loro ha una storia segnata dalla corruzione morale; una rappresentazione dagli accenti forti della storia italiana, del risorgimento e l’unificazione. E’ la storia della politica italiana dei suoi comuni e delle sue province e può essere un modo sottile per raccontarla.
Ieri nella nostra Vitulazio nessuna di queste ”famiglie” ha trionfato, anzi come ha tenuto più volte a precisare il sindaco-dottore, che per una manciata di voti ha ripreso la fascia di Primo cittadino, una banda di ”simpatici scalmanati” facendo appello al cuore ha marciato nel senso della storia locale proponendo coscienza del passato e sguardo rivolto al futuro. Per la poltrona sontuosa da sindaco è stato un duello di voti tra l’uscente Romano e il suo avversario Cuccari, una battaglia sofferta per entrambi che a suon di “più 20 per noi”e “meno 7 per loro”si è conclusa intorno alle ore venti dopo più di 48 ore di maratona elettorale.