Concluso il progetto Pon
“Siamo come nani sulle spalle dei giganti, sì che possiamo vedere più cose di loro e più lontane, non per l’acutezza della nostra vista, ma perché sostenuti e portati in alto dalla statura dei giganti”.
È questa la frase – presa in prestito da Bernardo di Chartres – con cui la preside, prof. Maria Francesca Magliocca, ha concluso la manifestazione che ha sancito, ieri, la conclusione dei percorsi formativi svolti nell’ambito del progetto Pon.
La tradizione popolare – dunque – intesa come cultura; conoscenza sulla quale costruire la cultura moderna. La base di partenza per una piena coscienza di se e della stratificazione che ha portato alla formazione del cittadino post-moderno.
Questo è quanto si è cercato di trasmettere agli alunni dell’Iac L. Martone, di Pignataro Maggiore, durante l’anno scolastico, sia attraverso i percorsi formativi finanziati dai fondi Pon, sia con attività extra curriculari, finanziate con il bilancio dell’Istituto.
Il tutto progettato e realizzato in modo da realizzare un passaggio reciproco di informazioni, conoscenze ed esperienze tra un percorso formativo e l’altro, facilitato anche dalla presenza dei “maestri non unici” che seguono più classi e che quindi più facilmente fanno da “vettore” di questa sorta di “osmosi del sapere”.
Ieri, dunque, gli spazi del plesso “S. G. Bosco”, in via Monteoliveto, sono stati teatro della tappa d’arrivo di questi percorsi formativi.
Piccoli ballerini e piccole cantanti – seguiti dai proff. Mario Cicala a Immacolata Montanaro – si sono esibiti sul palco allestito nel cortile dell’istituto con canti della tradizione popolare di Terra di Lavoro e con la “tammuriata”: una famiglia di balli tipica dell’area costiera e del primo entroterra delle province di Caserta, Napoli e Salerno.
Come sempre, la scuola pignatarese è stata capace non solo di dare esecuzione ad una serie di percorsi formativi e di spettacoli che hanno visto impegnati i propri alunni, ma di coinvolgere un vasto numero di genitori, cha hanno aiutato e fornito un fondamentale supporto sia agli stessi percorsi formativi, sia alla realizzazione degli eventi raccolti nel cartellone della “Festa della scuola”.
Sono stati i genitori, ieri, a realizzare i dolci tipici locali che sono stati offerti alle persone accorse ad assistere allo spettacolo offerto dagli alunni pignataresi. E sono stati sempre quegli stessi genitori ad aver aiutato i docenti ad allestire l’area adibita allo spettacolo, con palco, sedie, amplificazione e scenografia.
Com’eravamo, le nostre radici, la nostra storia e la nostra cultura sono state il tema portante di tutta la serata, che ha visto, contestualmente allo spettacolo allestito nel cortile del plesso “S. G. Bosco”, anche la realizzazione di una mostra di fotografie in cui sono ritratti alunni, insegnanti e scolaresche pignataresi dei decenni scorsi. Una sorta di “Pignataro com’era” in chiave scolastica.
In tre aule del plesso sono stati allestite altrettante sale nelle quali sono stati esposti, per un solo giorno, oggetti tipici delle tre ambientazioni di una tipica casa rurale post-bellica: la cucina, la camera da letto e la dispensa.
Un vero e proprio “Museo popolare” per un giorno. Un museo che ha però visto invertirsi i ruoli di genitori e figli. I primi assorti nella contemplazione degli oggetti, nello sforzo di ritornare con la memoria ai momenti in cui loro e gli oggetti esposti hanno condiviso un tratto di vita. I secondi impegnati a spiegarne l’uso, l’utilità e le funzioni.
Un modo, questo, per incoraggiare l’incontro tra un pubblico giovane ed i musei, spesso vissuti come semplici aree espositive di oggetti del passato, sterili e distanti. I giovani pignataresi hanno invece vissuto questo “museo” realizzato da loro stessi come un’area viva, in cui gli oggetti presenti hanno un valore estetico, ma anche un messaggio, un significato, che affonda le proprie radici nel passato comune.
Questa esperienza, ripetuta ed ampliata, potrebbe essere un importante obiettivo sul quale l’istituto pignatarese potrebbe essere impegnato nei prossimi anni.