Via SS. Cosma e Damiano, l’arresto di Guglielmo lascia indifferente il sindaco Pascariello

L’arresto del Sovrintendente per i beni Architettonici e per il paesaggio e per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico per le province di Caserta e Benevento, architetto Enrico Guglielmo, avvenuto due giorni fa, ha lasciato indifferente il Sindaco Angelo Antonio Pascariello, anche se, da noi interpellato, si è detto dispiaciuto per l’accaduto. L’arresto di Guglielmo riapre un vecchia vertenza, quella relativa all’allargamento di Via SS. Cosma e Damiano propedeutica ad una migliore viabilità. È, infatti, ancora aperta la vertenza giudiziaria (a fine anno si terrà una nuova udienza, ndr.) che vede contrapposti il sindaco Pascariello e Guglielmo, reo di aver sconfessato apertamente l’operato dell’allora sovrintendente pro tempore, Giovanna Petrenga (nel frattempo diventata deputata del PDL), che aveva concesso all’amministrazione comunale di poter procedere all’allargamento della strada. Guglielmo, in aperto conflitto con la decisione della Petrenga, ha ripristinato il vincolo su “quattro pietre” che nulla hanno a che vedere con la testimonianza storica. “Lo perseguirò in tutte le aule di Tribunale finché avrò vita”, fu una delle tante affermazioni rilasciate dal sindaco Angelo Antonio Pascariello durante la conferenza stampa convocata nel 2006 nell’aula consiliare, alla presenza dell’intero esecutivo cittadino e di molti consiglieri comunali, per rendere pubblica quella che lui definisce “una guerra tra istituzioni”. Pascariello ce l’aveva a morte con il nuovo sovrintendente, l’architetto Enrico Guglielmo, la cui nomina, si ricorderà, avvenne in maniera talmente improvvisa da apparire un vero e proprio “golpe” ai danni della dottoressa Petrenga. Il perché è riferito al famoso allargamento della strada di via SS. Cosma e Damiano, il cui muro di cinta era coperto da vincolo di interesse storico unitamente alla grotta ipogea (D.M. del 26.07.1985, ai sensi della legge nr. 1089 dell’01.06.1939). L’allargamento della strada risale al lontano 1985. Ben quattro sindaci (Felice D’Andrea nel 1985, Pascariello, Nigro, Tiscione e dal 2001 ancora Pascariello) avevano previsto l’allargamento della strada perché essa è di primaria importanza per l’intera collettività sannicolese. Finalmente, dopo due sentenze (prima il Tar Campania con sentenza nr. 2583 del 5 ottobre 1999 e successivamente il Consiglio di Stato con sentenza nr. 1616/2004 del 09.01.2004), che avevano annullato il vincolo limitatamente alla parte riguardante il muro di recinzione, il 26 luglio 2006, con nota prot. Nr. 15416, l’allora soprintendente Giovanna Petrenga “….esprime parere favorevole sul progetto trasmesso a condizione che venga salvaguardata la testimonianza materiale del muro esistente……”. Ora, con nota del 2 ottobre 2006, prot. Nr. 19268, l’architetto Guglielmo invia una nota, indirizzata anche ai Carabinieri di San Nicola, manco fossi un delinquente” – sottolineò Pascariello – “con la quale revoca in autotutela il parere favorevole espresso dalla Petrenga perché “….. è viziato da incompetenza perché competente ad esprimersi è il Ministro ed il Direttore Generale per i Beni Architettonici e Paesaggistici….”, perché vi sarebbero alberi secolari, ma di quali alberi secolari parla, vi sono solo due pioppi. Ma l’architetto conosce la zona ? Sa di cosa sta parlando ? Ha mai fatto un sopralluogo ? Se avessi fatto iniziare i lavori il 27 luglio scorso, invece di aspettare a dopo le ferie estive, ora cosa farebbe ? La cosa che più insospettisce” – ha rilevato Pascariello – “è il fatto che una pratica oramai positivamente conclusa ed andata in archivio, come è possibile che sia stata improvvisamente riesumata ?”. Le perplessità del primo cittadino sono legittime, anche considerando che l’amministrazione ha contratto un mutuo, concesso, di 600mila euro con la Cassa Deposito e Prestiti e sta pagando regolarmente le rate, che è stato trovato l’accordo (dopo 21 anni) con gli eredi del legittimo proprietario, il dottor Pietro Della Peruta, improvvisamente deceduto alcuni mesi orsono, ai quali andranno 40mila euro per quattro pietre di nessun valore storico. Infatti, se fossero state di un qualche interesse, i giudici avrebbero ribadito il vincolo come, invece, hanno fatto con la grotta ipogea. Evidentemente, dietro tutto questo c’è qualcuno che ha interesse a che la strada, di vitale importanza per la città. All’arrivo della nota Pascariello va su tutte le furie. Convoca i dirigenti, l’esecutivo e l’avvocato Abbamonte al quale affida il mandato di perseguire tutte le vie a difesa del buon operato dell’amministrazione. Pascariello scrisse anche una nota all’architetto (prot. Nr. 13350 del 10.10.2006) nella quale lo informa che “….anche il Comune di San Nicola porrà in essere tutte le attività atte a garantire l’interesse dei cittadini ed il ristoro dei danni subiti dalla comunità, non escluso il ricorso alla magistratura amministrativa, contabile e penale”. Da allora sono trascorsi tre anni, la vertenza è in mano ai giudici, le quattro pietre sono ancora al loro posto, e la cittadinanza sannicolese continua a sobbarcarsi a giri enormi per andare in via Leonardo da Vinci.

 

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