Il generale Castellano nell’inferno afgano per garantire le elezioni

Non passa giorno che il contingente italiano in Afghanistan sia sottoposto a continui e persistenti attacchi da parte dei talebani. Ma ad ogni attacco c’è la risposta pronta e decisa dei parà della Folgore che stanno causando ai terroristi numerose perdite. L’ultima, in meno di una settimana, alcuni giorni orsono quando alcuni razzi sono stati lanciati vicino alla base di Camp Arena, ad Herat (Afghanistan occidentale), dove si trova il contingente militare multinazionale sotto comando italiano, senza causare danni. “Gli insorti hanno voluto far sentire la loro voce". Così, in pieno stile “folgorino”, il Comandante del contingente italiano Generale Rosario Castellano, ha liquidato i quattro razzi caduti vicino a Camp Arena. Non saranno certo quattro missili ad intimorire gli uomini della Folgore che da circa cinque mesi sono in Afghanistan nell’ambito della missione ONU. Uomini addestrati al meglio delle loro possibilità, che da mesi hanno attrezzato dei veri e propri fortini. Nei manuali militari dell’Alleanza atlantica i fortini vengono chiamati “Fob”, (Forward Operational Base, Basi operative avanzate). Sono una sorta di Fort Apache che i nostri ragazzi e ragazze allestiscono a 200 o 300 chilometri dalla città afghana di Herat dove si trova il comando e dove è acquartierato il grosso delle truppe. Ogni fortino è munito di difese attive e passive, piccoli bunker, autoblindo, nidi di mitragliatrice e sacchi di sabbia. . I fortini della Folgore, ribattezzati avamposto “Tobruk” (Bala Baluk), “El Alamein” (Farah) e “Tarquinia” (Shouz) vengono riforniti con cadenza regolare da aviorifornimenti. L'ultimo lancio è stato su Bala Murgab, con cinque tonnellate di cibo, acqua potabile, munizioni, pezzi di ricambio. Il comando preferisce rifornire dal cielo piuttosto che via terra. Ed è qui, in questi avamposti della “libertà” e della “democrazia” che si giovedì 20 agosto prossimo si svolgeranno le elezioni presidenziali. Sono circa 2.800 i militari italiani che partecipano alla missione Isaf in Afghanistan. Il grosso si trova nella Regione Ovest, guidata – con sede a Herat – dal Generale Rosario Castellano di Castellammare di Stabia. Circa 500 si trovano invece nell'area di Kabul. Per il periodo elettorale (si vota il 20 agosto con eventuali successivi ballottaggi) sono stati autorizzati rinforzi per circa 500 unità. Attualmente sono presenti in Afghanistan 64.500 militari nell'ambito di Isaf. Il grosso delle truppe (30.000 unità) è fornito dagli Stati Uniti: seguono Inghilterra (9.000), Germania (4.000), Francia (3.160), Canada (2.800) e Italia. Il Comando regionale Ovest di Isaf, sotto la responsabilità italiana, è un'ampia regione dell'Afghanistan grande quanto il Nord Italia che si estende dal capoluogo Herat fino alla provincia di Farah. Il grosso del Comando multinazionale ed interforze, dislocato nelle vicinanze di Herat, è costituito da personale proveniente dai parà della Folgore. Il contingente è impegnato nella sicurezza, mediante operazioni di controllo del territorio e l'addestramento alle forze afgane e nella ricostruzione, attraverso il Prt (il Team di ricostruzione provinciale). Il Generale Rosario CASTELLANO è nato a Castellammare di Stabia (prov. di Napoli) il 17 novembre 1959. Sesto di sette figli, il Generale Castellano, dopo aver brillantemente superato il 160° Corso dell’Accademia Militare di Modena, percorre tutti i gradi della scala gerarchica. Entrato subito nelle aviotruppe della Folgore, il Generale Castellano, dopo vari periodi di comando, sempre nei reparti paracadutisti, diventa prima comandante del 5° Battaglione e poi Comandante del 186° reggimento Folgore. Ha svolto numerosi incarichi nazionali (Capo Sezione OAI, Ufficiale addetto alla pianificazione nazionale, capo sezione Crisi di Urgenza COI) ed internazionali (Capo di Stato Maggiore della BMN (SO) – Brigata Multinazionale Sud Ovest in Kosovo e Capo Sezione Operazioni Terrestri COI). Ha partecipato a tutte le principali operazioni fuori area, a cominciare dalla missione di Pace in Libano (1983/1984), Iraq-Kurdistan (1981), Bosnia Erzegovina (2 turni a cavallo fra il 1998 e 1999) Kosovo (2000). Ultimamente, presso

Condividi questo articolo qui:
Stampa questo post Stampa questo post