Una donazione finita nel nulla

In passato molte furono le donazioni in onore di Maria SS di Gerusalemme, Patrona di Bellona, ma la più consistente fu quella della Duchessa Roberta Carafa. Definita “un sole di bellezza”, all’età di 24 anni la Duchessa sposò, il 30/7/1533, il Conte Diomede Carafa viceré di Sicilia. Dopo 27 anni, l’11 /7/ 1560, il conte passò a miglior vita lasciando la consorte nel più profondo dolore tanto che si ritirò in solitudine nel suo palazzo ducale di Formicola dove visse in meditazione e preghiera. Roberta Carafa fu molto munifica tanto che, nel 1571, dopo aver fatto costruire a Napoli la Chiesa del Santo Spirito, fece piantare un uliveto sulla collina adiacente il Monte Rageto di Bellona e, nel 1585, per una grazia ricevuta, donò al monastero che sul monte ospitava i Padri Serviti, l’uliveto più 230 moggia di terreno agricolo ubicato nella contrada S. Vito a Cellarulo, sulla riva destra del fiume Volturno. Inoltre con le rendite, i Padri Serviti dovevano istituire nel monastero uno studentato ed un noviziato e, ogni anno, sorteggiare due doti per giovinette bellonesi povere e oneste. Ciò spinse il Padre francescano Girolamo Magliolo, Priore del Monastero, ad esprimere tutta la sua riconoscenza alla nobile benefattrice. Con l’editto di Gioacchino Murat che sciolse ogni ordine religioso, i Padri Serviti lasciarono il monastero che cadde nel più completo abbandono. Durante il II Conflitto Mondiale, nell’ampio spazio antistante il Sacro luogo, il Comando Tedesco fece predisporre 6 cannoni per abbattere i ponti sul Volturno e fermare l’avanzata delle truppe Alleate. Colpito dalle artiglierie Alleate, il monastero fu ridotto ad un rudere. Oggi, con l’impegno di Antonio Sapone, lo storico edificio sta riprendendo le antiche sembianze e, fra non molto, sarà completato. Ma i bellonesi continuano a chiedersi:” Dove sono finite le 230 moggia di terreno ? Dove è finito l’uliveto ? E lo studentato e il noviziato? Tutto è scomparso nel nulla ad opera di coloro che gestivano una sì nobile donazione: la Santa Casta che ha fatto il bello ed il cattivo tempo suscitando il risentimento di tanti fedeli bellonesi devoti della S. Patrona, Maria SS di Gerusalemme che, dal Monte Rageto, fu per tutti un faro di incrollabile Fede

 

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