Travestiti, mai applicati il regio decreto 773 del 1931

Durante un controllo antiprostituzione in un paesino dell’Abruzzo, alcuni transessuali sono stati multati dai Carabinieri perché vestiti da donna. Delle 19 prostitute, alcune rumene e italiane, altre transessuali sudamericane, queste ultime sono state sanzionate in base al Regio decreto nr. 773, art. 85, mai abrogato e risalente al 1931. La legge prevede infatti che la pena amministrativa venga applicata a chi si maschera “si maschera in pubblico alterando i connotati essenziali del sesso e della persona fisica (…) nei luoghi aperti al pubblico, tranne nelle epoche e con l'osservanza delle condizioni che possono essere stabilite dall'autorità locale di pubblica sicurezza, con apposito manifesto”. I carabinieri del locale Comando Centrale hanno quindi applicato alla lettera la legge, risalente all'epoca fascista, e che prevede un'ammenda dai 10 ai 103 euro. Questo Regio Decreto non è mai stato applicato a San Nicola La Strada, nonostante sia nota la presenza di travestiti in Via Galvani ed all’angolo con Via Recalone. Tale Regio Decreto è sicuramente anacronistico e fuori tempo. pensare oggi, alla soglia del terzo millennio, di applicare un simile decreto significherebbe andare incontro a polemiche pretestuose. D’altra parte, però, il decreto esiste e non è stato abrogato neppure dal precedente Governo Prodi che pure vantava una presenza “transgenere” molto illustre: l’allora Onorevole Vladimir Luxuria. Quest’ultima, per la verità, presentò immediatamente una proposta di legge in cui prevedeva proprio l'inapplicabilità di tale divieto. “L’essere transgenere” – amava ripetere – “è una identità rivelata e non un mascheramento. Reprimere la propria vera natura, questo sì sarebbe un vero mascheramento. I transessuali, non nascondono la propria identità semmai è vero il contrario”. Ma nonostante ciò, il Governo Prodi non riuscì ad approvare una legge di così facile approvazione.

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