Il mare di Ponza

Una volta giunti a Ponza ci si rende conto di trovarsi su un’isola davvero straordinaria. E si è presi da uno smodato desiderio di scoprirla, sia per terra che per mare. Chi ama la subacquea in quest’isola troverà meraviglie incontaminate. Per Ponza in particolare, potete dimenticare la velocità dei motoscafi, che pure ingolfano con il loro continuo andirivieni il porto nei torridi pomeriggi d’agosto, il comfort delle barche da crociera o la leggerezza dei gommoni. Per fare il giro dello “scoglio”, come i locali chiamano Ponza, la barca ideale è un gozzo. Meglio se di legno e di costruzione artigianale di questi mezzi dedicati alla piccola pesca costiera. La barca sarà perfetta se non troppo grande e di pescaggio ridotto, in modo da potersi intrufolare fra gli innumerevoli scogli e insenature che orlano l’isola.
Dopo aver fatto cambusa e messo al fresco le bevande non potrà mancare una bottiglia di vino locale. Si salpa dal porto nelle prime ore del mattino, quando la maggior parte dei turisti ancora dorme dopo i piaceri della notte. Così si scoprono subito le grotte di Pilato, all’uscita del porto prima di Punta della Madonna. Si ritiene che questo complesso di scavi artificiali sia ciò che resta di un sistema per l’allevamento delle murene. Si dice venissero anche usati per buttarci gli schiavi ribelli che venivano divorati vivi da questi pesci. Esiste però un’altra teoria, secondo la quale si tratterebbe di veri e propri stabilimenti balneari privati per le aristocratiche romane. I canoni estetici dell’epoca, infatti, prevedevano una pelle bianca come la neve. Tale complesso, consentiva alle donne di fare il bagno al fresco e ben riparate dal sole.
Dietro Punta della Madonna appare poi il faro circondato dal cimitero. Seguendo la scogliera si fa rotta per i faraglioni della Madonna dove si indovinano i tetti del quartiere alto del paese, gli Scotti di Sopra. Verso sud, la costa resta alta, orlata da blocchi caduti in mare e tormentata da piccole insenature. Sulla sinistra, si vedono le Formiche, scogli emergenti che costituiscono una zona di pesca privilegiata e più lontana la sagoma piatta di Ventotene.
Verso i faraglioni di Calzone Muto si trova il Bagno Vecchio, piccola baia che fungeva all’epoca romana da scalo mercantile secondario ben riparato dal Maestrale. Avvicinandosi all’estremità sud dell’isola, Punta della Guardia, il secondo e più maestoso faro dell’isola, uno dei più belli del Mediterraneo. Qui il paesaggio cambia, siamo nella zona più alta di Ponza che culmina ai 280 metri del Monte Guardia, dove si erge solitario il vecchio semaforo ormai in disuso.
La punta Nord dell’isola è selvaggia con gli scogli del Felce e a pochi metri di distanza, l’isola di Gavi, prima dello stretto che separa Ponza da Zannone. Passato lo stretto riappare la costa orientale, qui le navi da crociera trovano più spesso riparo. D’obbligo una visita alle Grottarelle di Punta Incenso e il tradizionale passaggio sotto Spaccapolpi, l’Arco di Cala Schiavone. Avvicinandosi alla Punta Bianca sono visibili le vestigia dell’ardito acquedotto romano che portava l’acqua da Cala dell’Acqua a Santa Maria passando per Cala d’Inferno. E così dopo un ultimo tuffo alla “modaiola”spiaggia del Frontone si ritorna al porto.

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