Nuova visita dei ladri a casa di Albino De Marco

Negli ultimi dieci giorni da queste colonne, per ben tre giorni avevamo denunciato lo stato di abbandono di Albino De Marco, il disabile 51enne lasciato vivere in uno sperduto casolare delle campagne caiatine. Un soggetto dimenticato dalle istituzioni, dopo l’orrenda morte della mamma, uccisa dal fuoco dei piromani e dall’indifferenza. La tragedia non aveva insegnato nulla. Disabile ignorato e abbandonato, poi la rapina subita qualche settimana fa dal povero De Marco. Si temeva per la sicurezza e la vita dell’uomo. Nessuno ha mosso un dito. E, puntualmente è arrivato altro episodio criminoso- che ha visto come protagonista il disabile caiatino-visitato ancora una volta dai ladri. “E’ successo venerdì scorso- nell’ora di pranzo(ndr.12.00)- racconta visibilmente scosso Albino. Ero in camera mia, quando ad un certo punto ho sentito dei rumori-subito ho temuto il peggio: ho avuto paura- mi sono rinchiuso nella mia camera-senza fare rumore. Non ho avuto il coraggio di reagire, chiedere aiuto. Dopo qualche ora, non sentendo più rumori, sono uscito e mi sono reso conto che i ladri avevano forzato la porta della cucina, portando via il telefonino cellulare. Sono sceso giù- ed ho notato che avevano rotto anche la porta di un deposito. Però, venerdì prossimo, non rimarrò a casa”. L’uomo è terrorizzato, perché i due furti sono avvenuti a distanza di qualche settimana-sempre di venerdì. Il disabile continua a rimanere un “soggetto non identificato” dal comune di Caiazzo. Ente- beato spettatore dei crimini subiti dal disabile. “Il sindaco Giaquinto- l’altro ieri dichiarava candidamente- “che De Marco vuole vivere così, è una persona che sa badare a se stesso, una persona sana, equilibrata- che la sua casa è dotata di tutte le comodità. Per assicurarsi un piatto caldo, percorre ogni giorno, circa quattro chilometri. Rigorosamente a piedi! “Non ha  l’acqua potabile”- e dopo l’ennesima visita dei ladri, ha perso anche l’unico strumento per comunicare, il telefonino, rubato dai malviventi. Si aspetta la terza tragedia per prendere provvedimenti?

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