Carristi della Garibaldi giunti ad Herat in Afghanistan

Per il 131° Reggimento Carri, unità incardinata nella Brigata bersaglieri “Garibaldi” è iniziata una nuova missione, questa volta in Afghanistan dove gli attacchi al contingente italiano si susseguono con impressionante frequenza e dove lo scorso 17 settembre sono morti sei paracadutisti della “Folgore”, nello scoppio di un'autobomba. Non è e non sarà una missione facile è quanto ha detto anche il Colonnello dei carristi Claudio DEI nel corso del suo discorso venerdì scorso. “Oggi” – ha affermato – “è veramente un giorno speciale nel quale confluiscono tre importanti eventi: l’82° anniversario della costituzione della giovane specialità dei carristi, la festa di Corpo del 131° reggimento carri ed il saluto al reggimento che si sta rischierando in Afghanistan. I carristi sono soldati di primissima linea, basti ricordare i caduti e le ricompense individuali della seconda guerra mondiale, caratterizzati dall’entusiasmo e dall’altissima disciplina, avvezzi a pianificare meticolosamente, al pragmatismo estremo ed al coinvolgimento totale di chi ce la mette tutta per assolvere al compito, qualunque esso sia. Il 13°1 reggimento carri” – ha sottolineato il Colonnello DEI – “è abituato a ritmi molto sostenuti. Per primo, nel giugno 2008, è stato schierato nell’Operazione “Strade Pulite” aprendo i siti di Acerra e Chiaiano, per poi passare, sempre per primo e per quasi 10 mesi, a condurre l’Operazione “Strade Sicure” a Napoli, nel centro della città così come a Scampia, Secondigliano, Torre Annunziata, Portici, Ercolano. Contemporaneamente, ha acquisito nuove capacità passando dal carro Leopard all’Ariete e specializzandosi nell’impiego degli assetti cinofili dell’Esercito. È un reggimento frizzante, innovativo dove si ricercano sempre nuove soluzioni, più funzionali. L’Afghanistan, il popolo Afgano, è il nostro imminente compito. Toccherà a noi supportare lo sviluppo delle capacità gestionali di governo della provincia di Herat ed assistere le autorità Afgane nelle opere di ricostruzione delle infrastrutture della regione realizzando nuove strade, ponti, ospedali, scuole, sistemi di irrigazione. Toccherà a noi” – ha aggiunto – “supportare lo sviluppo dell’Esercito Afgano per portarlo a migliori livelli di efficienza e quindi maggiore sicurezza per la popolazione locale. Un grazie va alle nostre famiglie che ci supporteranno, come sempre, nei prossimi sei mesi. Un grazie soprattutto all’Esercito per l’Onore che ci ha concesso assegnandoci questi importanti compiti, alla Brigata “GARIBALDI”, alla Brigata “SASSARI” ed al SECONDO FOD che ci hanno supportato e sostenuto. Siamo equipaggiati, perfettamente addestrati per fronteggiare i rischi insiti in questa missione”.
 
 

Condividi questo articolo qui:
Stampa questo post Stampa questo post