H1N1: “Non preoccupatevi è tutto sotto controllo” E le morti?

Fin dal primo giorno che si è iniziato a parlare dell’influenza H1N1, alcuni nostri Governanti con
 l’ingannevole tentativo che in Italia tutto è tranquillo sia per la crisi economica che ritengono superata, (anche se il 70% degli italiani non riesce ad arrivare alla terza settimana) sia per l’influenza H1N1. “Allarmismo ingiustificato, tutto sotto controllo”. A questi ciarlatani vorremmo chiedere se è tutto sotto controllo nelle loro famiglie per cui le famiglia del resto degli italiani non interessano. Se con tante morti in Italia è tutto sotto controllo, dopo quanti morti dobbiamo incominciare a preoccuparci? Noi siamo convinti che “Nulla è sotto controllo”. Vogliono a tutti i costi presentarci un’Italia che non c’è. Per iniziare le vaccinazioni abbiamo dovuto perdere dei mesi perché il vaccino non si poteva preparare per mancanza di… (ascoltate, ascoltate) uova. Una scusa più stupida non si poteva pensare. Quando chiedemmo lumi sulla storia delle uova ci fu risposto che mancavano le uova gallate, ossia le gallina che ci davano delle uova dovevano essere quelle accoppiate con il gallo. E’ mai possibile che in una nazione come l’Italia non si riescono a procurare uova gallate in quantità sufficiente per produrre il vaccino? A meno che interessi a noi non conosciuti impongono di percorrere una certa strada a discapito di noi poveracci che, da molto tempo, non siamo più considerati cittadini ma sudditi. Mentre i Governanti ripetono: “Non preoccupatevi” leggiamo dalla stampa: “I pediatri: affrettare le vaccinazioni”
 E' indispensabile affrettare al massimo i tempi di intervento della vaccinazione per l'influenza H1N1. E' quanto afferma Pasquale Di Pietro, Presidente della Società Italiana di Pediatria. "Se l'autopsia confermerà, quanto emerso dalle prime indiscrezioni, che la undicenne morta a Napoli per effetto dell'influenza aveva problemi cardiaci – afferma Di Pietro -, la bambina avrebbe dovuto rientrare nelle categorie a rischio da vaccinare prioritariamente. Considerando però che il vaccino è arrivato alle Regioni, sia pure in quantità limitata, da pochissimi giorni e considerando il tempo necessario dopo la vaccinazione perché la protezione sia efficace, la piccola in questione non avrebbe comunque potuto essere protetta".
"A questo punto – sottolinea il presidente della SIP – diventa indispensabile affrettare al massimo i tempi di intervento. Ci chiediamo – continua Di Pietro – se le Regioni abbiano già tutte attivato un adeguato piano di intervento e abbiano iniziato a lavorare in questo senso. Purtroppo dobbiamo fronteggiare una situazione di emergenza con un vaccino che si é reso disponibile con ritardo, ma a questa difficoltà oggettiva non possiamo aggiungere anche ritardi generati da disorganizzazione e confusione". Di Pietro aggiunge che la Società Italiana di Pediatria ha da tempo informato il Ministero sulle specifiche esigenze dell'area pediatrica per la prevenzione e per la gestione dell'influenza pandemica: "ci auguriamo che siano tempestivamente messe in atto". Per concludere, il Presidente della SIP invita i genitori a non affollare i Pronto Soccorso per casi non realmente critici che possono essere gestiti differentemente, anche perché i Pronto Soccorso sono luoghi in cui può avvenire la trasmissione della malattia.
I genitori di Emiliana, la bambina morta a Napoli, fanno sapere che "la figlia era sana a quanto loro sapessero". Se la piccola avesse patologie congenite non note lo si saprà solo al termine dell'autopsia che sarà eseguita domani.
La ragazzina di Pompei e' la dodicesima vittima dell'influenza A in Italia. Dal mese di settembre è la sesta morte a Napoli, la prima fra i bambini nel nostro Paese. Preoccupazione per un'altra bimba bolzanina della stessa età in condizioni molto critiche, ricoverata da una settimana alla Clinica universitaria di Innsbruck in Austria mentre in Puglia sono stati segnalati due nuovi casi 'potenzialmente gravi', dopo i due casi gravi registrati ieri.
Mentre le regioni si apprestano, fra i ritardi, a far partire nei prossimi giorni, a macchia di leopardo, la "fase 2" della vaccinazione contro la pandemia, aumentano dunque le vittime del virus.
Si tratta nella grande maggioranza dei casi di persone che soffrono di altre malattie e Alberto G. Ugazio, direttore del Dipartimento di Medicina Pediatrica dell'ospedale Bambino Gesù di Roma, rassicura che non sono i bambini la categoria più a rischio. Ancora alcune regioni non hanno completato la "fase 1", quella della vaccinazione dei cosiddetti servizi essenziali (medici, infermieri, personale delle forze dell'ordine, ecc..). Un ritardo che continua a provocare polemiche.

 
 

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