Costagliola, dopo rischio ambientale c’è ora rischio idrogeologico

“Il rischio inquinamento in Campania fa il paio con il rischio idrogeologico”. Ad affermarlo è il Presidente dell'Associazione ambientalista “Terra Nostra, Pasquale Costagliola. “Se il primo problema sta assumendo contorni eclatanti a Caserta, anche se volutamente limitato al problema traffico, la seconda questione viene tenuta sotto il tappeto. Le nostre colline, erose in maniera satanica da speculatori senza freno, quali sono i cavaioli piccoli e grandi, stanno preparandosi ad inviare un messaggio minaccioso. Le avvisaglie recenti dei fatti di Ischia o quelle di qualche tempo fa relative al comune di Quindici non sembrano impensierire alcuno. La riclassificazione che si prepara per monte San Michele e dei suoi dintorni” – è quanto denunzia Costagliola – “è un atto molto azzardato che l’Autorità di Bacino, ente tecnico che deve valutare il rischio idrogeologico, ha già predisposto  ai fini dell’approvazione degli organi esecutivi. La conferenza dei servizi, il luogo giuridico dove deve essere valutata  la richiesta inoltrata da parte della Cementir della possibilità di continuare a cavare per altri venti anni, si impernia su questo assunto, ancora non realizzato, della mancanza presunta di rischio. Sorge il sospetto che il pericolo sia considerato inversamente proporzionale alle esigenze industriali, quasi come una coperta che si allunga per la bisogna. Sembra strano” – ha aggiunto, poi, l'esponente ambientalista – “che un territorio, sottoposto a tanto sfracelo, col tempo perda il rischio invece di acquistarlo. D’altra parte da anni stiamo sollecitando l’ARPAC ad intervenire per monitorare San Clemente, Centurano ma nessun dato o provvedimento è mai stato preso per l’inquinamento dell’aria in queste zone ed è quindi consequenziale il comportamento degli organi addetti per il settore rischio idrogeologico. Le parole del presidente Napolitano suonano inutili all’indomani di lutti e sciagure ancora fresche. In questo clima di disinteresse della sicurezza” – ha concluso Costagliola – “è evidente che altri cavaioli fanno a meno anche delle conferenze di servizio per apprestare le loro attività coperti dall’inerzia delle autorità o dal loro stesso beneplacito.  L’unica cosa è che se succederà il peggio si conoscono già i colpevoli istituzionali indicati da tempo”.

 
 

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