Gli Emiri Arabi Uniti contro il ciclone crisi
Fumata nera al Dubai World. Nell’edificio platinato della holding statale che controlla i colossi della finanza, dell’energia e della logistica della città si sta accusando un drammatico crollo.
Solo pochi giorni fa lo slogan della holding recitava”Su Dubai il sole non tramonta mai”,oggi il cuore finanziario dell’emirato ha 59 miliardi di dollari di passività(il70% dell’intero debito statale)e ha chiesto ai creditori un congelamento di sei mesi di pagamento per rinegoziare le sue posizioni.
Ricordiamo che quello del Dubai World è un gruppo indebitato per milioni di dollari a causa del drammatico crollo dei prezzi immobiliari del 50%, dopo lo ,sfoggio negli anni scorsi, di grattacieli(tra questi il più alto de mondo) e dei suoi pupilli:la gigantesca isola artificiale nel Golfo a forma di palma e quella omonima, ancora in fase di costruzione, che promette di ricreare nelle forme del mondo.
Ora c’è attesa per il dato dell’apertura di Wall Street, dopo giovedì scorso, “la giornata da dimenticare” per le borse europee che senza la bussola di Wall Street – chiusa per la festa del Thanksgiving – ha perso 152miliardi di capitalizzazioni in una sola seduta.
Lo spettro della crisi che proviene dall’Asia, con la sua ondata di ribasso, si sta facendo sempre più vivo e si temono ripercussioni sull’Europa. Le difficoltà di Dubai richiamano quelle della crisi finanziaria della metà degli anni 90’.Qualcosa ci dice che la crisi di Dubai si rileverà una tappa importante della crisi capitalistica mondiale in atto,tutt’altro che conclusa.