Barbieri (Ugl Caserta) in difesa degli statali
Esiste ancora un futuro per il Personale Civile del Ministero della Difesa? Tra organizzazione, riduzioni, riorganizzazione, reimpiego e privatizzazione dei servizi sembrerebbe di no. Non si registra ancora una presa d’atto forte nei confronti di chi, con la presunzione di voler decidere il futuro di oltre 30.000 dipendenti civili, nel chiuso del * Palazzo* decide riduzioni organiche e soppressioni di Enti, strafregandosene del disagio che ciò provocherebbe ai diretti interessati. In questi giorni, grazie al Ministro Brunetta si parla molto di pubblico impiego. Ovvero grazie al Ministro Brunetta, è luogo comune identificare il dipendente statale oltre che fannullone e nullafacente, anche come colui che si rapporta con il cittadino, non come chi in quel momento sta a rappresentare una organizzazione dello Stato, ma in modo scontroso e superficiale, tanto che il Ministro dell’ Innovazione ha presentato un apposito D.L. che obbliga alla cordialità e al sorriso. Ci si dimentica, ovvero si fa finta di non essere a conoscenza, delle condizioni di lavoro in cui opera un dipendente civile della Difesa. Negli Uffici (almeno in quelli periferici) non vi è la copertura finanziaria per acquistare carta, cartucce per le stampanti e materiale di cancelleria in genere. Negli Uffici (in questo caso in tutti, centrali e periferici) vi è una sperequazione di trattamento economico tra personale militare e civile che pur lavorando fianco a fianco e pur svolgendo le stesse mansioni in un identico monte ore lavorativo sono differenziati nella sostanza. La differenza si registra alla voce stipendio. Intorno ai mille euro per un pubblico dipendente, mentre per il personale militare … è meglio sorvolare. Con l’ ulteriore fortuna per il personale militare di non essere assoggettato ai vari Decreti Brunetta. E che dire della farsa dei corsi-concorsi ? Così come sono organizzati assumono l’aspetto di un premio di pensionamento. Infatti non si tiene alcun conto della professionalità e delle mansioni effettivamente svolte. Elemento prevalente per la graduatoria è il calcolo degli anni di servizio. Poco importa anche del titolo di studio. Il possedere una maturità tecnica (perito industriale o geometra) non è considerata valida e quindi non equipollente, se si vuole concorrere a transitare dal profilo di coadiutore di amministrazione a quello di operatore di amministrazione. E’ assurdo. E’ assurdo anche perché chi, in media, da oltre vent’anni svolge mansioni superiori a quelle di inquadramento, non vedrà mai riconosciute tali mansioni. Altra sperequazione di trattamento con il personale militare. Se un giovane caporalmaggiore viene riformato nella vita militare e che a domanda transita nell’impiego civile, ”sfruttando” quanto previsto dalla normativa vigente, viene inquadrato direttamente in quello che una volta era il V livello retributivo. Il dipendente civile invece che ha concorso per l’ex IV livello, nonostante le mansioni effettivamente svolte, nonostante l’attività lavorativa assolta tramite l’uso di strumenti informatici che presuppongono una specifica conoscenza della loro operatività, non vedrà mai riconosciuta la sua professionalità. E questa è una vergogna. Ma il ministro Brunetta è a conoscenza di tutto ciò ? Si rende conto in che condizioni opera un dipendente civile della Difesa? Ha ragione ad imporre per legge il sorriso, in quanto vi è poco da sorridere. Vi è poco da sorridere soprattutto leggendo i suoi decreti. Il contenuto del D.L. 150/2009 all’art. 19 e 20 (CRITERI PER LA DIFFERENZIAZIONE DELLE VALUTAZIONI/STRUMENTI) innescherà una guerra tra poveri, dando un potere decisionale al dirigente, la cui oggettività non sarà controllabile a livello sindacale . E che dire delle norme disciplinari previste il cui contenuto è di dubbia costituzionalità ? Faccia in modo il Ministro Brunetta che anche i pubblici dipendenti, come lui, possano sorridere in maniera naturale e non per legge