Inconcepibile morire per carenza di personale

«Non possiamo che esprimere sconcerto per quanto accaduto all’uomo deceduto nel reparto di emodinamica dell’ospedale Belcolle di Viterbo, a cui è stato diagnosticato un infarto e che forse, oggi, sarebbe ancora vivo se quel reparto non fosse stato chiuso. Una dolorosa morte che merita giustizia e che resta in attesa delle conclusioni delle inchieste, aperte subito dopo la tragedia».
È quanto ha detto Corrado Stillo, responsabile dell’Osservatorio per la Tutela e lo Sviluppo dei Diritti dell’Associazione “Giuseppe Dossetti: i Valori – Sviluppo e Tutela dei Diritti” (www.dossetti.it), commentando la triste storia che ha al centro della vicenda il laboratorio di cardiologia ed emodinamica del noto nosocomio viterbese, chiuso come in tutti i giorni festivi, che ha causato la morte di un paziente per arresto cardiaco.
Quello che più stupisce, secondo Stillo, sarebbero le motivazioni adottate per giustificare quanto accaduto:  “la gravissima carenza di personale", necessaria per consentire quel piano di rientro dal deficit della Regione Lazio” (piano fino ad oggi fallimentare); e ancor di più, le dichiarazioni del direttore generale della ASL di Viterbo, Adolfo Pipino, secondo cui, invece, l’ospedale Belcolle è in funzione nei giorni feriali dalle 8 alle 20 e che assicurerebbe un servizio notturno e nei giorni festivi presso il policlinico Gemelli di Roma, in cui i pazienti vengono dislocati in caso di bisogno, con il quale la Asl ha sottoscritto un’apposita convenzione.
«Servizi salvavita vengono lasciati sguarniti di personale o addirittura chiusi, mentre gli sprechi di risorse finanziarie continuano a colpire i diritti dei cittadini alla salute ed alla vita», ha continuato Stillo. «Nel ribadire le nostre richieste affinchè la Regione Lazio garantisca i servizi essenziali – ha detto -, come quello di curare tempestivamente e h24,  nel territorio, persone colpite da infarto, invitiamo le autorità a dare meno annunci elettorali di costruzione di nuovi ospedali e ad occuparsi maggiormente delle priorità, che stanno assumendo dimensioni di tragicità».

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