Sabato l’incontro con l’Associazione Culturale i “Briganti”
C’è grande attesa per l’evento che si svolgerà il prossimo sabato 30 gennaio, alle ore 18:30 presso il centro sociale Paolo Borsellino, situato sul Corso Italia di Pastorano. Questa manifestazione consiste in un convegno dibattito che ha per tema “La verità storica del Risorgimento Italiano nelle nostre terre”. Di tutto rispetto sono i nomi di coloro che parteciperanno alla serata, l’introduzione sarà affidata a Raffaele Testa, membro dell’Associazione Culturale “I Briganti”, di seguito prenderà la parola, l’avv. Pasquale Iovino già noto alle cronache letterali per il suo libro “Aratri e Zucchetti”, che diverso tempo addietro, ebbe un grande successo, ma durante la serata si potrà avere il piacere d’ascoltare anche gli interventi del dott. Pietro Golia giornalista editore e del dott. Edoardo Vitale presidente Corte d’Appello, il moderatore della serata invece sarà il giornalista prof. Antonio Bonacci, persona sempre attenta e sensibile sui temi culturali. A conclusione della serata il coro polifonico di Pignataro Maggiore diretto dal maestro De Maria eseguirà due brani dal titolo “INNO NEOBORBONICO” e “BRIGANTI SE MORA”. Certamente ci sarà una grossa partecipazione di pubblico, perché tutti quelli che sono appassionati delle vicende storiche della nostra nazione, non vorranno certamente mancare, ma logicamente sono tutti i benvenuti anche chi vuole semplicemente per una sera fare un salto nel passato di circa centocinquant’anni, che paragonati all’immensità del tempo e come se questi fatti fosserono accaduti poche decine di anni addietro.
Soleva dire Nicola Zitara: Siamo stati un grande popolo, abbiamo una grande storia. Non c’era alcun bisogno che arrivasse Garibaldi per insegnarci la libertà, sapevamo difenderla anche per antiche virtù, l’avevamo difesa in cento passaggi della storia. Siamo stati grandi quanto gli altri, qualche volta più degli altri. Siamo stati civili quanto gli altri, qualche volta più degli altri. Il nostro passato non è lontano millenni, come si racconta, ma solo centocinquant’anni. E’necessario che la coltre di bugie che circonda la nostra identità collettiva sia fugata. La consapevolezza del passato ci aprirà gli occhi e ci permetterà di guardare al futuro.