Sit in al Policlinico, mistero sulle sue sorti

Ieri mattina, c’è stata una ennesima manifestazione davanti ai cancelli dell’Università in costruzione, il Policlinico di Caserta, i cui lavori sono sospesi dal mese di aprile 2009.
Ancora oggi, com’è avvenuto in tante manifestazioni che si sono susseguite in questi mesi, gli operai chiedono di poter avere delle risposte certe, sulle sorti della struttura: “Noi non vogliamo la cassa integrazione, ma il lavoro”, pare essere la legittima richiesta dei lavoratori che da allora, chiedono l’apertura del cantiere di Tredici di Caserta.
Il cantiere continua a restare chiuso, non si prendono decisioni in merito mentre la struttura del Policlinico rischia di essere l’ennesima “incompiuta”, tra le opere casertane ferme in attesa che l’Università assuma le sue determinazioni.
Tante le infrastrutture, centro di ogni strategia di sviluppo nel casertano, bloccate: l’Aeroporto di Grazzanise non decolla; l’Interporto è ridotto a sola area commerciale smarrendo così la sua funzione di trasporto intermodale e di struttura capace di produrre economia; il Comune di S.Maria C.V. non riesce ad approvare una variante al PRG per pochi chilometri occorrenti a completare la Ferrovia Alifana, tutte iniziative che portano sviluppo, allontanano la delinquenza in quanto creano lavoro e mettono il territorio casertano sotto una diversa prospettiva.
 
Questa mattina, i lavoratori del Policlinico, si sono portati ancora una volta, davanti ai cancelli in quanto, avevano ricevuto una notizia: la vecchia azienda appaltante, la Immobilgi Federici Stirling spa di Mario Granata Pagano, dovrà raccogliere tutte le sue cose, i ponti, le impalcature ed altro materiale che servivano alla realizzazione del centro, poiché c’è stata la recessione del contratto. Questo finora non è avvenuto, allora si dovrà procedere a fare una gara d’appalto. A disposizione, solo per portare via il materiale, si sono messi ben 400.000 euro.
 
Il comitato di controllo dei lavori pubblici aveva chiesto alla seconda azienda classificata dell’appalto, la disponibilità a riprendere i lavori, ma la Pizzarotti chiedeva un adeguamento prezzi.
 
Sono tante le domande che ruotano intorno alla chiusura o alla non riapertura del cantiere del Policlinico di Tredici di Caserta. Come mai, essendoci anche i fondi, non si riapre?
Il mistero si infittisce quando a conti fatti, sono gli stessi operai ad avere una semplice soluzione, che però viene ignorata dalle istituzioni.
“Perché buttare via il denaro per togliere il materiale e non far continuare alla Immobilgi i lavori, visto che, restando fermi, si produce solo enormi danni e dispendiose iniziative?
E se ci fosse una non volontà a terminare i lavori? Non ha senso – secondo gli operai – penalizzare la ditta prima classificata, di non rispettare il cronoprogramma a finire i lavori entro i termini stabiliti e poi, tenere fermo il cantiere per mesi e si prevede, anche per anni. E’ da tenere presente che, si tratta di una struttura sanitaria e non di un garage, quello che deve essere costruito. Qualcosa che dovrebbe rendere la sanità pubblica casertana e tutto il territorio, orgoglioso poichè offrirebbe, posti letto per degenti, lavoro per medici, infermieri, ricercatori e lustro alla cittadinanza, oltre a sviluppo commerciale e culturale. Forse varrebbe la pena attendere qualche mese in più per terminare i lavori e non tenere la struttura nello stato d’abbandono in cui si trova, con conseguente decadimento della stessa”.
 “Di nuovo non sappiamo niente, speriamo di avere qualche notizia ufficiale al più presto – dice Alfonso Petrone, segretario della Filca Cisl, intervenuto a fianco degli operai – in una riunione in prefettura prima di Natale, ci era stato comunicato che era stato fatto un interpello all’azienda seconda arrivata, per rilevare l’appalto, stamattina abbiamo avuto una notizia informale: pare che la Pizzarotti, non abbia accettato. Quindi abbiamo chiesto all’Università di convocare un tavolo in Prefettura, nell’interesse dell’opera. Il fatto che, potessero essere ripresi i lavori dalla Immobilgi, è una decisione che spetta al committente, quindi all’Università di Napoli. Noi chiediamo che l’opera possa ripartire e che venga conclusa in tempi brevi, perché è di vitale importanza per tutto il sud Italia. Non vogliamo che resti un’opera incompiuta come tante altre nel casertano, in Campania e nel sud in generale, poi quale sarà l’azienda a portare avanti il progetto, non ci leghiamo a tali questioni”.
E’ grave pensare che, si butti via tanto denaro per smantellare il cantiere e non si procede coi lavori. Abbiamo un finanziamento esistente, una recessione di contratto assurda in un momento di crisi assoluta, ed il completamento del Policlinico potrebbe risollevare le sorti del paese. Non farlo, sarebbe una sconfitta per tutto il territorio.
 

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