10 Febbraio: Il giorno del ricordo
Il 10 febbraio di ogni anno si celebra il "Giorno del Ricordo", istituito dal Parlamento italiano con la legge 92/2004 "al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe (le cavità carniche dove furono gettati, vivi o morti, migliaia di italiani), dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale.
Tra l'autunno del 1943 e la primavera del 1945 in diverse aree della Venezia Giulia si scatenarono violenze di massa a danno di militari e civili, in larga prevalenza italiani. Violenze che procurarono migliaia di vittime non solo con la tremenda strategia dell'infoibamento, ma anche con deportazioni, campi di prigionia, arresti e brutalità conseguenti all'occupazione di quel territorio da parte delle truppe iugoslave del Maresciallo Tito.
La tragedia delle foibe, come ha detto anche il Presidente delle Repubblica, Napolitano, ha subito la triste beffa di essere una delle barbarie del secolo scorso, ma al tempo stesso di venire cancellata nella memoria, sommersa dalle polemiche e dalle censure politiche. Oltre alla immane tragedia delle foibe, bisogna ricordare anche degli esodi dei giuliano-dalmati. Tra le foibe e gli esodi infatti vi è uno stretto legame: essi "sono parte di un unico processo di distruzione dell'italianità adriatica". Se la questione degli esodi successivi al 1945 è rimasta ancora più in ombra, è soltanto perché l'orrore delle violenze del '43 e del '45 ha catalizzato l'attenzione degli storici, rispetto al lento dramma dell'abbandono delle terre natie".