Arriva l’obbligo del cartellino col nome dell’impiegato
(di Lucia Manca) – L'impiegato pubblico dietro lo sportello d'ora in poi ci penserà due volte prima di essere svogliato e scortese con il cittadino al di là del vetro. Scatta da domani, infatti, l'obbligo per il personale a contatto con il pubblico di avere un cartellino identificativo con il proprio nome e cognome. In alternativa si potrà esporre sulla scrivania una targa con il nominativo. Una disposizione gia' prevista in passato, ma non sempre applicata tranne che nella sanita', dove in molti casi e' gia' operativa: ora il ministro per la Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, intende farla rispettare tanto da averla scritta nella riforma 'antifannulloni' che porta il suo nome e che ha tra le parole d'ordine, appunto, la 'trasparenza'. Il provvedimento, in vigore da meta' novembre, fa decorrere l'obbligo di esposizione del
cartellino dopo novanta giorni. Non ci sara' una sanzione diretta e immediata se non sara' rispetto l'obbligo, precisa il ministero, ma ci sara' la responsabilita' del dirigente che, eventualmente, potra' essere sanzionato secondo le norme generali previste dalla legge Brunetta e i contratti collettivi. Va detto, tuttavia, che la riforma esclude dall'obbligo del cartellino identificativo alcune categorie, per il tipo di compiti loro attribuiti, che saranno individuate da ciascuna amministrazione. Per questo saranno necessari uno o piu' decreti del presidente del Consiglio o del ministro della Pubblica Amministrazione su proposta del ministro competente. In particolare, per le amministrazioni non statali sara' necessario il via libera della Conferenza Stato-Regioni e della Conferenza Stato-citta' e autonomie locali. Il ministero ha gia' richiamato le amministrazioni alla sua osservanza e a indicare le categorie che andranno escluse.
La norma riceve un sostanziale via libera dal Garante per la Privacy: si tratta di ''una scelta del legislatore e il Garante ne prende atto'', dice il presidente dell'Autorita', Francesco Pizzetti, annunciando la prossima adozione di nuove linee guida sulla trasparenza nelle pubbliche amministrazioni. ''Precise indicazioni – spiega – che si sono rese necessarie considerando che la riforma Brunetta parte dal presupposto che tutto deve essere conoscibile, tranne quello che dev'essere riservato''. Secondo il Garante, ''e' una scelta che premia il principio di pubblicita', si considera l'amministrazione come un servizio e solo residualmente come un esercizio di potere. Prendiamo atto del rovesciamento del principio precedente che si basava, invece, sulla non conoscibilita' e forniremo le nostre valutazioni e il nostro contributo, vigilando sul rispetto delle norme''.
Alla disposizione non e' contraria neanche la Cgil: ''e' una generalizzazione di una norma che in alcuni casi gia' si applica – afferma il responsabile settori pubblici della Cgil, Michele Gentile – e' sicuramente utile per la trasparenza ma spero non si tratti del secondo tempo della campagna antifannulloni del ministro Brunetta. A questo punto, tuttavia, siamo curiosi di conoscere quali saranno le deroghe previste dalla legge''.