Ricordando i grandi del teatro
Come poter dimenticare la recitazione un po’ beffarda di Vittorio Gassman, oppure il modo critico di descrivere la realtà di Carmelo Bene? In quest’opera di ricordi ci aiuta Franco Branciaroli con la sua rivisitazione di “Don Chisciotte”, in scena fino a domenica 21 febbraio al Teatro Bellini di Napoli.
I due leggendari personaggi dell’opera di Miguel de Cervantes – Don Chisciotte e Sancho Panza – rivivono sulla scena grazie alle imitazioni di Franco Branciaroli: l’attore riesce a costruire – pur essendo da solo sulla scena – una situazione vivace e divertente in cui le voci dei due indimenticati maestri del teatro italiano – entrambi consapevoli della bravura dell’altro, pur essendo stati irridicubili avversari nella vita professionale – si intrecciano in un dialogo continuo e sempre vario. La situazione è ambientata nell’Aldilà: nel loro percorso i protagonisti incontrano Dante – ed è questa una buona occasione per permettere alle due voci narranti di confrontarsi con la recitazione del V Canto dell’Inferno – e confessano agli spettatori come sia rimasto irrealizzato il loro sogno di mettere in scena un testo carico di simbolismi come il “Don Chisciotte”: quest’ultimo è infatti – così come ha dichiarato Franco Banciaroli – un enorme trattato sull’imitazione, oltre ad essere il primo romanzo moderno. Con il suo bizzarro e folle modo di vedere la realtà, Don Chisciotte imita i cavalieri del suo tempo con una evidente ma sottile carica ironica. Impreziosiscono la narrazione le scene immaginate per l’Aldilà da Margherita Palli e le luci – talvolta paradisiache, talvolta infernali – proposte da Gigi Saccomandi.
Lo spettacolo è per Franco Branciaroli la conferma di un successo ormai decennale: lo dimostrano le importanti collaborazioni – sia in teatro che al cinema – che questo originale talento del palcoscenico italiano ha all’attivo in ormai quarant’anni di vita professionale.