Il Gen. Valotto visita la “Garibaldi”

In procinto di partire il prossimo mese per una nuova missione di peacekeeping, che questa volta la vedrà impegnato in
Libano, la Brigata Bersaglieri “GARIBALDI”, impegnata in attività addestrativa presso il poligono di Capo Teulada (CA), ha ricevuto giovedì scorso la visita del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Generale Giuseppe VALOTTO. Il Generale VALOTTO, accompagnato dal  Comandante delle Forze di Difesa del Centro Sud Italia ed Isole, Generale Francesco TARRICONE e dal Comandante del Comando Autonomo Sardegna, Generale Sandro SANTRONI, è stato accolto dal Comandante della Brigata GARIBALDI, Generale Giuseppenicola TOTA, che, nel corso di un briefing, ha illustrato le attività addestrative ed operative che vedono impegnata la Brigata in campo nazionale ed internazionale. Attualmente la “GARIBALDI” è presente in Afghanistan con il 1° reggimento bersaglieri ed il 131° reggimento carri ed in Libano con una compagnia fucilieri dell’8° Reggimento bersaglieri di Caserta. Partecipa, in Patria, all’operazione “STRADE SICURE”, nell’attività sinergica con le Forze dell’Ordine nel controllo del territorio e nel contrasto alla criminalità nella provincia di Caserta e nell’operazione “STRADE PULITE”, nel controllo dei siti di interesse strategico nazionale , individuati dall’autorità di governo all’insorgere dell’emergenza rifiuti in Campania. Successivamente il Generale VALOTTO ha assistito a due esercitazioni a fuoco  dell’8° Reggimento bersaglieri e del Reggimento Cavalleggeri “GUIDE” (19°). Al termine della visita, il Generale VALOTTO ha avuto parole di compiacimento per l’altissimo livello addestrativo raggiunto e di elogio per la professionalità con cui uomini e donne della GARIBALDI affrontano quotidianamente i molteplici impegni in Italia ed all’estero. Dopo più di ventisette anni i Bersaglieri tornano nel paese mediorientale per sovrintendere con le altre forze dell’Onu al cessate il fuoco tra esercito israeliano e fondamentalisti islamici di Hezbollah, in ottemperanza alla risoluzione Onu 1701 del 2006 che ne riprende una precedente del lontano 1978. I soldati italiani dovranno assistere le forze armate libanesi nel loro dispiegamento nel sud del paese, monitorare il confine tra Israele e insediamenti hezbollah, assicurare la libertà di movimento ai convogli Onu e vigilare sull’applicazione del cessate il fuoco. Un compito che impiega 15mila militari delle Nazioni Unite e che di fatto, con una presenza così massiccia, ha almeno apparentemente azzerato la conflittualità. Se è vero che la missione appare a basso rischio rispetto a quella precedente in Iraq e quella in corso in Afghanistan è altrettanto vero che non sarà una scampagnata. I soldati italiani saranno sempre in stand by pronti all’azione anche se la situazione sembra tale da poter far prevedere libere uscite e una licenza a metà periodo.

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