Ignazio Del Vecchio ASSOLTO

Quando lunedì, 22 Marzo u.s. s’è presentato alla Scuola Media Statale P. Giannone di Caserta, sua nuova sede di lavoro, il più prestigioso istituto di tutta Terra di Lavoro, il preside Ignazio Del Vecchio non ha sorriso. “E come si fa a sorridere quando torni dall’inferno?”. Già, perché l’assegnazione a quella sede non è una promozione, ma un “trasferimento d’ufficio” («coatto», a sentir lui) deciso quando Ignazio Del Vecchio era ancora “all’inferno” nel carcere di S. Maria C. V., reparto Danubio, la sezione di massima sicurezza riservata a pedofili, maniaci sessuali e violentatori, un posto dove “l’umanità va a farsi benedire”. E in quel posto, Ignazio Del Vecchio, ci ha trascorso 36 giorni, arrestato con l’accusa di aver abusato sessualmente di una sua ex assistente amministrativa. Un reato infamante, cancellato giovedì 18 marzo u.s. con una sentenza di assoluzione “perché il fatto non sussiste” emessa dal Gup del Tribunale di S. Maria C. V., Dr. Antonio Baldassarre. Inoltre, ha anche condannato la donna che l’accusava a risarcire le spese. “Mai capitato, è la prima volta che accade un fatto del genere nei miei processi” commenta il difensore del Preside, avv. Carlo De Stavola. La storia inizia la mattina del 12 maggio 2009, quando Ignazio Del Vecchio viene convocato dai carabinieri. Lui è il dirigente del terzo circolo didattico di Mondragone, una scuola elementare. E ad attenderlo trova un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Lo accusa una ex assistente, che al PM Giovanni Cilenti racconta di una violenza tentata e una subita. Ci sono anche le testimonianze di altri tre dipendenti, e sono loro a riferire di quei “tentativi di abbracciare l’assistente”. Il preside nega tutto, spiega che lui con quella donna aveva una relazione, cita date ed episodi, chiede un controllo sui tabulati telefonici («Chissà perché non era stato fatto prima», chiosa il suo difensore), mostra gli sms. Trentasei giorni dopo, il Gip Maurizio Santise revoca il provvedimento. Il procedimento, nel frattempo, va avanti. L'assoluzione – Un incubo lungo dieci mesi. E alla fine sarà la stessa Procura (ma un altro Pm, Rita Di Salvo) a chiedere l’assoluzione del preside.

Condividi questo articolo qui:
Stampa questo post Stampa questo post