Il sen. Follini presenta il libro “Elogio della pazienza”

Venerdì 7 maggio alle ore 18.00 presso la Chiesa SS. Nome di Maria l’Associazione Carta’ 48 e il mensile L’Ago e il Filo presentano il libro di Marco Follini “Elogio della pazienza”. Dopo i saluti di Carlo De Michele presidente dell’Associazione Associazione Carta’48, Carlo Marino introdurrà la discussione con l’autore il Sen. Marco Follini, parteciperà all’incontro Marco De Marco, direttore del “Corriere del Mezzogiorno” l’On. Stefano Graziano, direttore editoriale de “L’Ago e il Filo”, Ottavio Lucarelli, redattore politico “Repubblica” Napoli e presidente dell’ordine dei giornalisti della Campania, Gianni Molinari, caporedattore de “Il Mattino” Caserta e Don Antonello Giannotti, parroco della chiesa SS. Nome di Maria. Nell'"Elogio della pazienza", l'attuale senatore del Pd rivaluta alcuni aspetti della Prima Repubblica. E traccia il suo ritratto del quindicennio berlusconiano. Parola d'ordine, innovazione. A furia di ripeterla da ogni pulpito, in ogni contrada, a ogni incrocio, la politica italiana da qualche tempo si illude di non pagare dazio per i propri ritardi, e per i ritardi del paese. Di più. Si convince che il suo dovere sia tutto nel cambiamento, e che se solo fosse capace di adempiervi velocemente vivremmo davvero nel migliore dei mondi possibili. Il credo politico collettivo che va per la maggiore afferma, o almeno sottintende, due cose. La prima è che il nuovo vale più del vecchio. La seconda è che il passaggio dal vecchio al nuovo dev'essere il più rapido possibile. La politica è chiamata a essere soprattutto veloce, dinamica, all'occorrenza frenetica. Di questi tempi la sua cifra è la fretta, il suo stato d'animo è l'ansia. E invece no. La politica ha bisogno di tempo. È lenta. E la democrazia – che è fatta di tante voci, tanti interessi, tanti conflitti – è particolarmente lenta. Cammina piano, non procede a passo di carica. Riflette, non improvvisa. Elabora. Cerca di convincere, non di incalzare, tanto meno di travolgere. Il suo ritmo è quello di milioni di persone che si muovono assieme, più che quello di corridori solitari che inseguono il primato. In una parola, la politica è un ballo lento.

 

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