Accadde oggi, rubrica a cura di Angela Izzo
Il 16 maggio 1998 esce in Italia, edito da Salani, il libro Harry Potter e la pietra filosofale della scrittrice inglese J. K. Rowling. Il libro è il primo di una serie di romanzi che, anche grazie alle versioni cinematografiche, ha ottenuto un successo straordinario; a livello editoriale la serie è infatti entrata nel Guinness dei primati, proprio per le vendite eccezionali che sono state fatte. Chi non ricorda le immagini alla TV di fila di ragazzini, genitori e nonni fuori dalle librerie per accaparrarsi il volume ad ogni nuova uscita?!? Diviene, addirittura, una prova per l’aspirante assistente nel film Il diavolo veste Prada quella di recuperare per le figlie del capo la copia del nuovo Harry Potter ancora inedito. La trama si snoda attraverso le avventure fantastiche di un ragazzino che scopre di essere un maghetto e che compie il suo periodo di formazione in una apposita scuola, dove però dovrà continuamente confrontarsi con il Bene e il Male. Il fenomeno letterario di Harry Potter è uno dei più interessanti degli ultimi tempi in quanto, a mio avviso, ha avvicinato alla lettura un numero esorbitante di giovanissimi (anche meno giovani), cosa non da poco visto che siamo sempre più distratti dalle nuove ‘tecnologie’ e il libro a volte appare desueto. Harry Potter ha avuto un successo strepitoso forse anche perché la magia che viveva nelle nostre fiabe è stata trasposta in chiave moderna, attuale, perché questo mondo parallelo in cui vive il ragazzino è un po’ come il mondo di Topolinia o quella terra fantastica del Signore degli Anelli! Sicuramente la saga del maghetto deve essere vista di buon occhio per quanto attiene all’avvicinamento che i ragazzi hanno avuto alla lettura, un po’ meno forse per il fatto che la lettura stessa deve essere seguita costantemente anche da un adulto perché i bambini non hanno ben sviluppato ed elaborato strategie per la comprensione della realtà. È fondamentale cioè che il bambino capisca la differenza con la realtà e che, diventato grande, non aderisca entusiasticamente a quel mondo: in fondo un adulto concreto trova il mondo di Harry Potter un po' noioso perché non riesce a emozionarsi più di tanto per situazioni o personaggi di cui ha la piena coscienza dell'irrealtà e della poca veridicità. Come afferma un noto proverbio: ‘Ogni cosa a suo tempo’.