E’ morto l’insegnante Mario Canzano
L’ultimo testimone del casino reale borbonico di Calvi, oggi nel territorio di Sparanise. Nei giorni scorsi è morto l’insegnante Mario Canzano, novantenne: l’unico ad avere memoria storica del Casino Reale Borbonico di Calvi oggi diventato un rudere completamente abbandonato a se stesso. Qualche anno fa avemmo modo di intervistarlo sull’argomento e lui ci rilasciò la seguente testimonianza.
“Andai al Palazzo Reale di Sparanise (così lo chiamavano allora) con la mia classe, in gita turistica. Il Palazzo era enorme, bello, bianco e lungo che faceva impressione. Era tutto intero. Entrammo attraverso un cancello che si trovava vicino ad una garitta borbonica e procedemmo, attraverso un lungo viale alberato. Fu un’esperienza straordinaria!”. Così il maestro Mario Canzano, caleno di Petrulo, ci ricordò il suo primo incontro con il Casino Reale borbonico di Calvi, oggi nel territorio di Sparanise. Un incontro avvenuto durante una visita guidata della sua scuola a quello che chiamavano il “Palazzo Reale di Calvi”; e un po’, effettivamente, nella facciata, somigliava a quello di Caserta. Era il lontano 1935. Il Palazzo era intero, bello ed era meta di visite scolastiche. I piccoli studenti, custodi della nostra storia locale, provenivano da Sparanise, ma anche da Calvi, Sant’Andrea, Pignataro e Francolise. Peccato che nessuno allora (e anche dopo) abbia pensato di scattarci una foto. Ci avrebbe lasciato una testimonianza della sua bellezza, la stessa che traspare dalle Piante dell’Architetto Notarangelo, realizzate nel 1910. Oggi invece, non è così! Altro che Palazzo enorme e maestoso: la smania distruttrice del tempo e delle persone ci ha lasciato una Cappella Reale sfondata, una cavallerizza ed una gendarmeria recintate e trasformate in civili abitazioni. Eppure quel palazzo è stato un Casino di Caccia reale che ha visto tra le sue mura non solo il Re Carlo III di Borbone e Ferdinando IV ma anche i figli di questi Francesco I, Leopoldo (Principe di Salerno) e il nipote Ferdinando che poi diventò Re Ferdinando II e che nel 1824, quando venne a Sparanise, aveva quattordici anni. (v. La lettera dal Demanio del 17 gennaio 1824) Quel Palazzo vha visto anche il famoso Pittore di corte Philip Hackert, gli Architetti Collecini, Carlo e Ferdinando Patturelli e la Contessa Maria di Floridia. Qui Ferdinando IV di Borbore (il Re Lazzarone), intraprese anche una discreta corrispondenza con quella che diventò la sua amante e moglie morganatica. Da questo Palazzo e dall’annesso Demanio trovarono beneficio un migliaio di persone se si pensa a tutti i cittadini caleni, di Sant’Andrea e di Francolise che qui avevano la possibilità di legnare o di lavorare; compreso preti, baroni, conti, guardiacacce, guardiacancelli e fattori.
In questo palazzo poi, si trovavano bellezze come la Fontana della Regina, il Circo per le Corse dei Cavalli, lo stradone reale e la Cappella Reale e la riserva di Caccia costituita da 30 campi. Cose che oggi sarebbero potuti diventare un tesoro per il paese. Invece niente. Di tutto questo non sono rimaste che poche pietre.