Nuovomondo – Il principio della legalità
(Alessandro Dorelli) – Dopo il successo della prima edizione della manifestazione Nuovomondo – Culture Migranti, i mondi dello spettacolo, della cultura e del giornalismo si incontreranno nella città di Caserta per una quattro giorni di spettacoli teatrali, documentari, cortometraggi, dibattiti e presentazioni di testi ispirati tutti dal filo conduttore dell’edizione 2010 della rassegna: la legalità. Proprio da questa prende il nome della seconda edizione della manifestazione Nuovomondo – Il principio della legalità, che terrà impegnato con una serie di attività a tema il centro della città da venerdì 21 a lunedì 24 maggio 2010. Promosso dal Teatro Civico 14, Libera – Contro le Mafie, Arci, Cooperativa Mutamenti e libreria Mondadori la manifestazione porterà nel capoluogo casertano compagnie, giornalisti e operatori provenienti da tutta Italia che da anni sono impegnati professionalmente nello studio, analisi e nel contrasto delle attività criminali. L’apertura della manifestazione, venerdì 21 maggio al Teatro Civico 14, è affidata a Giovanni Meola e il suo L’infame, storia di camorrista di piccolo calibro che tradisce il suo clan originario poi quello al quale era passato e infine si pente e denuncia i compagni di malavita. Nella stessa serata, ma presso la libreria Mondadori di corso Trieste, saranno raccontate le storie di due giovani rom della periferia napoletana nella proiezione di Sotto la stessa luna di Carlo Luglio. Vite che inevitabilmente vivono di riflesso la faida camorristica di Scampia. La seconda giornata sarà dedicata completamente all’opera La Ferita – la giusta parte Voci contro la Camorra, che sarà presentata dagli autori alla libreria Mondadori e la stessa sera prenderà corpo sul palco del Teatro Civico 14 attraverso la messa in scena di Mario Gelardi. L’opera, che rinnova l’ impegno civile del teatro dell’autore napoletano, racconta di diciotto storie di vittime innocenti di camorra narrate dalle penne di tredici scrittori. Domenica 23 maggio, al Teatro Civico 14, Roberto Solofria presenterà in anteprima 78, la sua ultima opera. La pièce, scritta e diretta dall’attore casertano, racconta di un anno particolare, il 1978, segnato da una serie di eventi che hanno profondamente segnato la storia della penisola italiana e dello strano intreccio di omicidi avvenuti per mano mafiosa o politica. Lo spettacolo anticiperà la proiezione del documentario Uso e disuso, di Tina Cioffo e Raffaele Sardo con la regia di Nino Gravino, prodotto e promosso da Libera. A seguire un approfondito confronto con Valerio Taglione, Mauro Baldascino e Raffaele Sardo. La stessa serata sarà l’occasione per assistere alla proiezione di altre due inchieste sulla legalità condotte in differente forma. Dopo l’incontro con i rappresentanti di Libera, infatti, sarà proiettato il cortometraggio La vita accanto di Giuseppe Pizzo, documentario che narra la camorra attraverso gli occhi di un bambino. Un intreccio di microstorie attuali, di ragazzi vittime del sistema e di altri che lottano per non farne parte. A chiudere l’intensa attività del penultimo giorno della manifestazione sarà la video inchiesta Il cielo sopra gomorra, di Angelo Saso scritto con la collaborazione di Maria Pirro per Rainews24. L’ultima giornata della manifestazione, lunedì 21 maggio, sarà aperta alla libreria Mondadori, dall’ex deputato del Partito Democratico della Sinistra Isaia Sales, che presenterà il suo ultimo scritto I preti e i Mafiosi. Da sempre impegnato nell’analisi della trasformazione del contesto della società italiana, Sales in quest’opera affronta il tema delle responsabilità della Chiesa cattolica e dei suoi esponenti nell’affermazione delle organizzazioni mafiose. Dopo il confronto con l’autore del libro sarà il momento di AD UN PASSO DAL CIELO – W LA MAFIA Alle vittime della Mafia e ai loro parenti, in scena al Teatro Civico 14. La pièce, che porta la firma Nicola Vero e vede in scena Aldo Rapè, concluderà la seconda edizione di Nuovomondo – Il principio della legalità con la storia di Calogero Nicosia uomo di 30 rifugiatosi su di un albero per sfuggire alle brutture della Mafie e delle regole di morte che impone in una Sicilia insanguinata.