Sit in all’Asl, 100 OSS (Operatori Socio Sanitari) rischiano il licenziamento
Questa mattina, gli operatori delle Emergenze del 118 del consorzio Icaro, cooperativa “Sole Nascente”, hanno indetto e fatto uno sciopero per le strade di Caserta. Partendo dai rispettivi presidi ospedalieri di Marcianise, San Felice a Cancello, Maddaloni e Caserta, si sono riuniti in viale Beneduce davanti alla sede della Asl speranzosi di poter parlare con il dirigente Gambacorta. L’obiettivo del sit in, era avere chiarezza circa le condizioni di lavoro a cui sono andati e vanno incontro tuttora ed il pericolo ormai imminente, della perdita del posto di lavoro.
Alle 9 circa, oltre 100 lavoratori, tra uomini e donne, diplomati OSS, erano in viale Beneduce, con striscioni a protestare gridando a gran voce: “cento famiglie perderanno il posto di lavoro”.
Ecco le ragioni dello sciopero che, tranne alcuni momenti di serio nervosismo, si è rivelato molto pacifico.
Il dirigente non era in sede e ad accoglierli, solo l’onorevole Polverino il quale ha mostrato tutta la disponibilità, da parte della dirigenza, a risolvere l’emergenza dei lavoratori : “Siamo riusciti a parlare con i dirigenti dell’Asl, il problema è gravissimo – rivela l’onorevole – i componenti della cooperativa sono sottopagati, sfruttati e c’è la necessità che si ponga l’attenzione sulle nuove deliberazioni. Nelle prossime ore chiederemo un incontro con il prefetto, alla presenza della dirigenza della Asl e i dirigenti della cooperativa Icaro per mettere in condizione i soci della suddetta società di poter avere uno stipendio dignitoso. Poi naturalmente, davanti al prefetto, emergeranno tutte le incongruenze dell’attività”.
Pare però che le incongruenze nella cooperativa, ce ne siano in abbondanza. A spiegarle è il nominato rappresentante del folto gruppo Alessandro Rivetti.
“Ci troviamo in una situazione disastrosa, il 31 maggio scade il contratto con la cooperativa e fino ad oggi, non è stato rinnovato. Siamo in questa cooperativa da cinque anni e adesso, fanno un nuovo bando pubblico, ma per chi? Che senso ha?Inoltre un bando che prevede sette, otto assunzione, e il resto? Noi siamo in 107, vorrà dire che cento di noi resteranno a casa, cento famiglie, senza uno stipendio”. Tra l’altro, altra nota cruciale dell’incontro: i lavoratori non percepiscono lo stipendio da circa cinque mesi, dal mese di dicembre 2009. Nonostante l’irrisorio salario corrisposto, a fronte di turni massacranti e lavoro rischioso, gli OSS percepiscono una paga di euro 4,70 l’ora. Considerato che, la cooperativa per ogni lavoratore, percepisce euro 18,50, la somma versata ad ognuno è davvero esigua, per una quota paga di circa 500 euro al mese. Se si pensa che, una donna di pulizia prende 7 euro l’ora, i sanitari prendono quasi la metà, il tutto senza nemmeno l’indennità di rischio.
“Abbiamo fatto anche più di una volta richiesta ai sindacati, di indire uno sciopero della categoria – continua Alessandro – ma questi ci dicevano che non ci tocca perché non siamo operai ma soci. Ma soci di cosa, abbiamo firmato il contratto perché lo prevede la legge, ma noi siamo lavoratori”. Poi, provocatoria la domanda: “Se fossimo soci dovremmo avere anche noi gli stessi diritti e lo stesso trattamento economico, invece veniamo pagati come operai. Siamo soci? Vogliamo vedere il bilancio”.
Anche il sindacato dunque contro, poiché per legge, le cooperative sono fatte da soci ed il contratto firmato è in base alla legge. Intanto sono loro a correre sulle strade, a soccorrere nelle emergenze i cittadini, a profondere lavoro competente, coprendo turnazioni anche di 24-36 ore. Se i lavoratori che vanno a casa sono 107 ed il bando di concorso ne prevede solo 7, il resto dei turni chi li coprirà? La risposta al quesito è solo un’alzata di spalle. Altro pericolo: essendo soci, in caso del cambio di cooperativa che gestisce l’attività di soccorso pubblico, la nuova società non avrebbe alcun dovere di assorbire i lavoratori che resterebbero senza lavoro. Senza nemmeno le mensilità arretrate, per il lavoro profuso negli ultimi cinque mesi, mentre con rimpianto si pensa alla vecchia gestione della società Tempor. L’azienda versava loro puntualmente tutte le mensilità, l’indennità di rischio e ferie pagate. Si, anche le vacanze, perché Icaro le ferie le da, ma ogni lavoratore è costretto a sopperire alla mancanza dell’altro assente. Nonostante si sentissero sfruttati, sottopagati, dissacrati, questa è l’unica fonte di guadagno, che però rischiano di perdere. Qualche ora dopo, i lavoratori si sono recati alla prefettura scortati dagli agenti della polizia municipale. Il prefetto di Caserta, Ezio Monaco, sensibile ai problemi dei lavoratori, ha promesso un tavolo di concertazione coi vertici di Icaro e Asl, in data da destinarsi, possibilmente a breve.