Zitiello ricorda Tommaso Carozza, caduto in missione di pace in Somalia

Il decreto luogotenenziale n. 99 del 16 marzo 1946 stabilì  per domenica 2 giugno 1946 la convocazione dei comizi elettorali per decidere, attraverso l'adozione del nuovo istituto referendario, la forma istituzionale dello Stato e per eleggere i deputati all'Assemblea nazionale costituente, incaricata di preparare la nuova Carta costituzionale. Nonostante l'estremo tentativo di Vittorio Emanuele II di salvare la continuità monarchica abdicando a favore del figlio Umberto II, i risultati del referendum, ufficializzati il 10 giugno dalla Corte di Cassazione, assegnarono 12.717.903 voti alla Repubblica contro 10.709.284 alla monarchia. L'Italia diveniva una Repubblica e Umberto II di Savoia, passato alla storia come "il re di maggio", dopo avere ripetutamente contestato gli esiti della volontà della nazione, abbandonava la penisola il 13 giugno 1946. Dopo anni di oblio in cui era caduta la festa della Repubblica, l’avvento alla Presidenza della Repubblica di Carlo Azeglio Ciampi le donava il ruolo che le spetta di diritto e fu così che con la Legge 20 novembre 2000, n. 336 venne ripristinata la festività nazionale del 2 giugno, data di fondazione della Repubblica. Come da tradizione, anche quest’anno, l’Amministrazione Comunale di San Marco Evangelista ha organizzato il 2 giugno, la “Festa della Repubblica”. In occasione della ricorrenza, verrà scoperta dal sindaco Gabriele Zitiello una targa in marmo in memoria di Tommaso Carozza, il giovane militare ventenne di San Marco Evangelista, caduto il 30 dicembre del 1993, in Somalia, durante la missione di pace Ibis Onu. A distanza di diciassette anni dalla tragica scomparsa, San Marco ricorda dunque, attraverso l’iniziativa di questa Amministrazione, il giovane concittadino caduto e lo fa con una solenne cerimonia e la sistemazione di una targa commemorativa che verrà posizionata accanto al già esistente monumento ai caduti. Alla cerimonia prenderanno parte anche i genitori del giovane militare che ha donato la vita per la Patria per inseguire un sogno di pace. Accanto al sindaco, ovviamente, il parroco don Pasquale Scalera, e l’intera Amministrazione comunale.

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