Castelvolturno- Frutta candita con escrementi sequestrata azienda
Frutta candita con sorpresa, un’azienda abusiva lavorava il prodotto tra escrementi di pecore e agenti atmosferici. Tutto è finito
sotto sequestro ed il proprietario denunciato. Nei giorni corsi sono arrivate voci alla locale stazione carabinieri, circa la presenza di un’azienda che produceva frutta candita, in pessime condizioni igienico sanitarie. I militari, coordinati dal maresciallo Antonio Izzo, si sono recati sul posto per le dovute verifiche e si sono trovati davanti uno spettacolo a dir poco, impressionante.
Lo stabile, ubicato in via Macedonia di Castelvolturno, era inizialmente adibito ad azienda bufalina, dismessa circa due anni fa, divenuta in seguito azienda produttrice di canditi, totalmente abusiva. La lavorazione del prodotto avveniva all’esterno, in un ampio cortile, dove restava nei bidoni ad ammollo in salamoia, in una miscela di acqua e soda, per settimane. Da premettere che, nello stesso giardino, vi sostavano ancora le pecore, cani pieni di zecche, erba incolta. Soprattutto, i bidoni con all’interno la frutta, per una giusta lavorazione, erano aperti. Quindi via libera a zanzare, mosche insetti ed escrementi vari, come anche agenti atmosferici e sole che inacidisce il frutto. In queste terrificanti condizioni venivano lavorati vari tipi di frutta, che ovviamente rilasciava gas. Il prodotto poi, veniva trasferita in un’altra azienda che procedeva alle ultime fasi della lavorazione e messa in vendita della merce che finiva nei grandi supermercati e alla fine, sulle nostre tavole.
I carabinieri hanno avvertito il personale dell’Asl locale e del Nas, che, all’arrivo sul posto, si sono meravigliati della cattiva conservazione del prodotto e delle condizioni igienico sanitarie in cui versava l’azienda.
I contenitori con la frutta in via di lavorazione sono:
39 bidoni contenenti melone;
23 bidoni contenenti arance;
3 bidoni contenenti limoni;
2 bidoni contenenti pesche;
1 bidone contenente pere;
1 bidone contenente zucca.
La frutta era tagliata a pezzi e lasciata ad ammollo. Ogni bidone conteneva circa 280 kilogrammi di frutta. Il titolare, Giuseppe Mele, di 74 anni, originario di Napoli, è stato denunciato per “cattiva lavorazione e commercializzazione dei beni destinati al consumo”.