Festeggiata la giornata mondiale del donatore di sangue
Si è svolta ieri la giornale mondiale del donatore di sangue, ma la cermonia rischia di diventare un “boomerang” a causa dell'invecchiamento dei donatori di sangue. Infatti, in Italia nel prossimo decennio è stato previsto che diminuiranno dell'8% i donatori ed anche le unità di sangue intero raccolte, poiché la fascia d'età da cui proviene la grande maggioranza dei donatori è quella compresa tra i 30 e i 55 anni, componente della popolazione destinata a ridursi in modo significativo. In Italia la prima manifestazione per ricordare i donatori di sangue si svolse il 14 giugno del 2004 così come stabilito dalla direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 6 maggio su proposta del Ministro della salute Girolamo Sirchia. In Europa, ogni persona sana, di età compresa tra i 18 e i 65 anni, può diventare donatore di sangue, mentre altri requisiti sono richiesti per le donazioni di plasma e di piastrine. In Europa, i donatori di sangue in modo regolare rappresentano tra l’1 e il 4% della popolazione adulta. Per motivi di sicurezza, non possono donare sangue i consumatori di droghe iniettabili, i portatori di infezioni trasmissibili (HIV, epatite C….). Ma il problema più grave è proprio legato all'indifferenza dei giovani d'oggi. Sono molto rari i casi di diciottenni che, appena raggiunta la maggiore età, si presentano ad un centro emo-trasfusionale per donare volontariamente parte del proprio sangue. Se lo fanno è solo perché è coinvolto un loro congiunto od un loro amico. Invece, la cultura della donazione dovrebbe essere insegnata già a scuola perché donare il sangue, molto spesso, fa la differenza fra vivere e morire.