Esame che va, esame che viene

Giorni d'estate per chi passa il tempo tra uscite e festeggiamenti. Giorni d'esame per chi è alle prese con la maturità o l'università. Milioni di ragazzi italiani si ritrovano in questi giorni sui libri, in attesa del verdetto che giudicherà lo studio di mesi. Per i maturandi, dopo la prima prova d'italiano, l'unica comune a tutti gli istituti, la seconda, specifica dell'indirizzo della scuola, e la famigerata "terza prova", incombe l'orale, tanto temuto, ma allo stesso tempo agognato, perché ultima tappa di una full immersion, che sembra non avere fine. Per i laureandi, che siano al loro primo o ultimo anno, le vacanze sono un miraggio, un sogno ormai rinchiuso nel cassetto, sepolto tra i libri e appunti sparsi nei posti più impensabili. Il caldo esaurisce ogni forza, il pensiero di vacanze smorza ogni entusiasmo, già svanito alla sola vista delle pagine da studiare. Perché, immancabilmente, basta porre i libri davanti a sé per trovare mille altri impegni, attività urgenti, faccende improrogabili, che volentieri sostituiscono quelle righe troppo fitte da sottolineare, troppo lunghe da ricordare. Ogni frase diventa di difficile comprensione e nuovi concetti appaiono come mai visti né sentiti. Saltati i paragrafi "che tanto non chiederanno  mai", nella speranza di non essere l'eccezione alla regola, si passa a quelli mai letti, almeno per averne un'idea generale. Qualcuno, caffè in mano, più per coraggio che per vera utilità, trascorre l'ultima nottata "a lume di lampada", cercando di comprendere l'incomprensibile, o piuttosto l'incompreso quando era il momento giusto. Qualcun altro preferisce la dormita come calmante, magari con il libro sotto il cuscino, per svegliarsi freschi e riposati ed affrontare al meglio l'esame. I più diligenti, ma anche più ansiosi, sfogliano freneticamente i fogli, per memorizzare quel dato tralasciato, quella nota a piè di pagina, timorosi di non dimostrare la loro preparazione, colti dall'emozione. Infine ci sono gli spensierati, che escono in assoluta libertà, lasciando a casa programmi di studio mai rispettati, con qualche rimorso solo durante le conversazioni "pre-esame". Notti tormentate, sogni premonitori, pensieri assillanti, snack da compagnia. E prima di rendersene conto, arriva il fatidico giorno. Il ritmo del cuore accelera e le nozioni ricordate sono inversamente proporzionali ai minuti che mancano all'esame. Quest'anno però, qualcosa è cambiato, la riforma scolastica ha reciso le speranze di molti studenti, che fidavano nella clemenza dei professori. Sono aumentati i non ammessi, nel desiderio di averli più preparati e consapevoli l'anno successivo. Con un po' di volontà e talvolta fortuna, si riesce a superare il tragico momento della valutazione,  con voti meritati o aiutati, sudati o immotivati. Si chiude un libro per aprirne un altro, con gli stessi errori di programmazione e la stessa ansia da "prestazione". Imparando qualche nozione in più, almeno di vita. In fondo, "gli esami non finiscono mai".

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