Costagliola, le minacce dei cavaioli alla mia famiglia non ci fermeranno
“Le minacce dei cavaioli non ci fermeranno”. Ad affermarlo è Pasquale Costagliola, Presidente dell'associazione ambientalista “Terra Nostra”, e marito di Giovanna Maietta, paladina dell'ambiente che lotta contro le cave di Maddaloni. “C’è un brano di un autore francese che mi viene in mente in momenti particolari e che mi è capitato già di citare e che recita: “Il mio paese mi fa male…”. Queste parole” – ha aggiunto Costagliola – “mi sovvengono nella particolare circostanza che mi vede mio malgrado coinvolto per le “attenzioni” pericolose rivolte alla mia famiglia da cavaioli estremisti e pervertiti. Frase che risulta adatta per Caserta almeno nelle attuali circostanze. Un paese, una città ma anche una provincia che ci fa male non tanto per gli speculatori dell’ambiente, quegli omuncoli che vivono producendo polvere e sniffando altra polvere. La gente avida, volgare, pronta a trafficare con colline da scavare o munnezza da sotterrare non è una novità per il nostro desolato panorama. Sono” – sottolinea l'esponente ambientalista – “l’esercito disgraziato che sta corrodendo questa provincia. Quello che fa più male è la complicità che questi personaggi, incredibili per altri luoghi, possono trovare nelle amministrazioni pubbliche, negli uffici comunali, nelle strutture della Regione Campania, in alcuni ambienti deviati delle Forze dell’Ordine locali. Esiste un reticolo perverso che alimenta questo cancro, ci sono pubblici ufficiali (per fortuna non tutti)” – è il “j'accuse” di Costagliola – “che coccolano, informano, appoggiano le forze organizzate della distruzione del nostro territorio. Se del caso, i “collaborazionisti” dello sfascio sono pronti a sabotare, ritardare, insabbiare le iniziative tese alla normalità, all’ordine, alla sicurezza della collettività. La responsabilità maggiore di questa resistibile ascesa del male a Caserta è comunque in maggior misura della politica. Di una politica piccola anche quando veste i panni del parlamento nazionale ma poi si sporca con la bassa forza di una criminalità ambientale e non solo. A Caserta c’è qualcosa di marcio” – ha aggiunto – “e lo si trova in questa contiguità squallida tra politica e malaffare, questo inciucio perenne con i porci senza ali di un sottobosco delinquenziale. Non grandi gangster o boss, per carità, ma gente di ordinario squallore che fanno cabotaggio per la destra e la sinistra o per la precisione di una certa destra ed una certa sinistra. I nostri mali, le nostre disgrazie sono da rintracciare in questa lurida ipoteca che blocca tutto, progresso, sviluppo e civiltà. Il nostro fallimento collettivo è dovuto all’esazione di quei diritti di prelazione che alcuni individui pretendono dalla politica in cambio di qualche voto sporco. Se l’Italia” – ha concluso Costagliola, uno dei pochi insieme alla moglie ad avere avuto la forza di lottare contro questi delinquenti – “è scossa ogni tanto dalla questione morale e cerca di uscire dalle pastoie della corruzione, Caserta, imperturbabile, si rotola nel fango delle sue miserie lasciando mano libera ai distruttori. Per questo ci fa male…”.