Mozzarella padana
Una ventina d’anni fa non avevamo dubbi, se si comprava un chilo di mozzarella questa era fatta col latte di bufala ed era campana, tutto il resto era fiordilatte. Poi quando la produzione è cominciata a salire al ritmo del 10% annuo, le potenti caste agroalimentari hanno sentito l’esigenza di “tutelare” questo prodotto e ci costringono ora a recitare una brutta filastrocca “…mozzarella di latte di bufala campana dop”. La conseguenza è che il nome rinomato e famoso della mozzarella, campeggia su confezioni colorate e ben distribuite di un prodotto industriale neanche lontano parente del nostro oro bianco.
Il settore, che al Sud dà lavoro a ventimila persone, negli ultimi anni è vittima di un attacco che tende a favorire altri interessi. Come si spiega infatti in piena emergenza rifiuti l’allarme diossina, che per il comandante dei NAS era “una bolla mediatica, un teorema e nulla di concreto”? E come non registrare il concomitante slogan della Regione Veneto “il Veneto non è la Campania”?
Quando l’ex Ministro delle Politiche Agricole ed ora governatore del Veneto, Zaia dice: “valorizzerò la mia terra”, siatene certi parla della Padania non dell’Italia, e lo ha dimostrato con il commissariamento del Consorzio di Tutela della nostra mozzarella, un altro polverone che ne ha fatto crollare i consumi. Guarda caso proprio mentre nasceva la mozzarella padana, ad opera di imprenditori che dal quotidiano “ la provincia di Varese” ci dicono sia migliore di quella meridionale: “si vede subito tagliandola che fa poco latte, questo significa che contiene poca acqua”, vallo a spiegare che se fa poco latte noi la riportiamo, offesi al caseificio.
Da ultimo, la sparata del Ministro Maroni che da un palco di Milano arringa le donne della Lega rivendicando le origini longobarde della mozzarella “me l’ha detto Arrigo Petacco”. Una esagitata ricerca ad accaparrarsi l’origine (saracena) di questa nostra eccellenza, che i leghisti uniscono ad una azione governativa che impone vincoli e controlli a tappeto ai prodotti meridionali e che promuove e protegge invece quelli settentrionali. Non dimentichiamo che con 60 milioni di fondi FAS, che sarebbero dovuti essere impiegati in gran parte per il Sud, si è fatta l’operazione acquisto-salvataggio di centomila forme di parmigiano invendute.
A noi, razza contadina, la mozzarella deve lasciare in bocca “’o ciato ‘e bufala”, se no è padana!