Stupore dei soci di Dea Sport Onlus per la soppressione del telefono salva-prostitute
La notizia che da ieri, primo agosto 2010, sono soppressi i 14 uffici antiprostituzione, dislocati in varie regioni del territorio italiano per salvare le ragazze dal marciapiede e dallo sfruttamento dei magnaccia, ha destato sconcerto e meraviglia tra i soci dell’Associazione Dea Sport Onlus di Bellona. La decisione del governo prevede la sostituzione dei suddetti con un’unica postazione nazionale con sede a Venezia, che avrà come immediata conseguenza l’incapacità degli operatori di agire tempestivamente alle richieste. “Con questa notizia intendiamo rivolgerci a chi di dovere per l’immediato ripristino della linea telefonica perché anche noi siamo impegnati, da circa 30 anni, ad aiutare tutte le ragazze desiderose di non essere sottoposte al racket della prostituzione”. Inoltre, gli enti coinvolti spiegano: “E’ un regalo alle organizzazioni criminali che va ad alimentare il mercato illecito della prostituzione. Le postazioni locali del numero antitratta non si limitano a una funzione di ascolto, ma sono in grado di attivare una risposta immediata, 24 ore su 24, alle richieste di aiuto, proprio perché sono integrate in un sistema territoriale, che ha permesso in dieci anni di assistere oltre 14mila persone". Un’altra macchia di vergogna, dunque, nelle iniziative del governo. Il numero verde antitratta (800290290) era considerato di eccellenza in tutto il mondo. Ora, grazie ai tagli del Governo, chiuderanno 14 postazioni locali che davano assistenza alle donne costrette alla prostituzione. Così non solo ci saranno altre persone disoccupate, ma soprattutto molte donne non troveranno più la forza di ribellarsi a questo schiavismo. Il tutto nonostante gli ottimi risultati ottenuti dal servizio, che tra il 2000 e il 2008 ha realizzato più di 13.000 programmi di sostegno alle vittime di tratta. Tutto questo, però, non ha importanza, così ancora una volta saranno i soggetti più indifesi della nostra società a subire i tagli di bilancio. Il numero verde chiude i battenti per ridurre i costi e, difatti, la decisione prevede un taglio di 800mila euro ai fondi destinati ai progetti di inserimento sociale a favore delle vittime dello sfruttamento. Inoltre, la comunicazione della chiusura “è stata inviata appena 10 giorni prima della scadenza delle convenzioni, non permettendo l'attivazione di una soluzione alternativa facendo perdere il posto di lavoro agli operatori specializzati".