“Eterno Ritorno”, l’Ultimo romanzo di Lorenza Pellegrini
Un libro accattivante e ben scritto che si legge tutto di un fiato. Un libro amaro, spiazzante, che ti lascia un brivido addosso. Una sensazione di impotenza e di inutilità. Parla di morte e di solitudine. Ma della morte, nel libro manca il dolore; della vita, manca la speranza. Della morte si avverte subito la sensazione di debolezza e di paura: quell’angoscia insopportabile di sparire. Una giovane scrittrice muore durante la corsa serale: una caduta si trasforma in tragedia. E lei si ritrova con le larve che gli bacchettano sulle caviglie. Diventa una larva lei stessa e così assiste incredula al proprio funerale; insegue angosciata il marito attaccandosi alla sua scarpa, terrorizzata al solo pensiero di perderlo. Poi la trasformazione kafkiana da larva a moscone ed inizia a volare e a seguire le persone care. Una sensazione tremenda quella della morte: il fisico l’abbandona ed avverte nauseata la sensazione del vomito. Poi entrano in scena il fratello Daniele, che diventa frate, le sue due amiche (la dottoressa Stella, Mat) e il cinico direttore di una clinica privata. Daniele effettua esperimenti sui malati terminali. E’ affascinato dai segreti del cervello e dal suo liquido celebrale. Per amore della scienza avrebbe fatto esperimenti su tutti, anche sulla sorella della quale diventa assassino. Intensa e complicata la figura di Daniele, segnato dalla morte della sorella e della madre, dalla sua fuga dal monastero e dalla rottura del rapporto con Mat. Poi c’è Stella, la dottoressa di famiglia, un’anima bella, dalla forte personalità e dalla grande intelligenza intuitiva che si innamora del Ciccarelli, un delinquente. Poi ancora c’è il maresciallo Frontoni che dovrebbe sconfessare le trame del Ciccarelli ma è anche lui un perdente, in ansia per la sorte del figlio e per il suo matrimonio fallito. Sullo sfondo un mondo ipocrita e meschino, fatto di apparenze: belle macchine, cene, viaggi, champagne e cristalli Swarovski. Un mondo senza morale Un libro tormentato che mette in risalto le debolezze, le paure, le delusioni, i tradimenti, l’angoscia e la disperazione delle persone di fronte alla malattia e alla morte ma anche gli amori impossibili, le speranze e le illusioni che offre la vita. Una vita fatta di incontri fugaci con puttane di alto bordo in ville splendide ed evanescenti. Quello che più colpisce del romanzo è questa “serena disperazione” in cui si dipanano i personaggi. Una serenità, una calma, che è umanamente impossibile avere nella realtà. Sembra che non esistano confini tra ciò che è bene e ciò che è male. A parte il forte, smoderato interesse per il denaro. Alla fine trionfa la giustizia: Ceccarelli viene consegnato al maresciallo Frontoni ed il suo arresto, dopo tante morti misteriose, sembra vendicare la morte della ragazza, i malati terminali e i giovani innocenti morti sulle strade. Il romanzo si chiude prima della fine, a pagina 262: quando la larva diventata moscone confida a Mat la sua paura di morire. Perché è la morte, misteriosa e terribile, che pervade tutto il romanzo, dall’inizio alla fine: non è l’arrivismo di Ceccarelli o di Giuliana , né l’amicizia tra Stella e Mat, né lo stesso amore disperato per Stefano.