Presto apertura CIE in Campania, ce ne sarà uno anche all’ombra della Reggia di Caserta?
Si moltiplicano i tentativi di fuga dai CIE (Centri per Identificazione ed Espulsione) in questi giorni di agosto. Nei giorni scorsi è accaduto nei Cie di Brindisi, Milano e Gradisca d'Isonzo (Gorizia) e nel Centro di prima accoglienza (Cpa) di Cagliari. Ieri è stata la volta del Cie di Trapani. Qursta recrudescenza nei tentativi di fuga dai Cie, oltre a far pensare ad un'unica regia magari dell'area antagonista ed insurrezionalista, ha fatto dire al Sottosegretario del Ministero degli Interni, Alfredo Mantovano, che “L'obiettivo è di aprire in qualche mese dei Cie anche in regioni densamente popolate come la Campania, il Veneto, la Toscana es il Piemonte dove fino a questo momento non è stato possibile. Dunque è giunto il momento del “redde rationem” anche per la Campania per quanto riguarda la costruzione di un Cie, anche se l'apertura dei Cie non rappresenta la risposta più efficace contro l'immigrazione clandestina. Sarebbe urgente, piuttosto, andare a colpire le grandi organizzazioni criminali che la gestiscono. Ciò nonostante al più presto potremmo avere un Cie all'ombra della Reggia di Caserta. I Centri di identificazione e di espulsione, così denominati dall’articolo 9 del decreto legge 23 maggio 2008 n. 92, in luogo degli ex Centri di permanenza temporanea (CPT), sono strutture destinate al trattenimento, convalidato dal giudice di pace, degli stranieri extracomunitari irregolari e destinati all'espulsione. Previsti dall’art. 14 del D. Lgs n. 286 del 1998, tali centri si propongono di evitare la dispersione degli immigrati irregolari sul territorio e di consentire la materiale esecuzione, da parte delle Forze dell’ordine, dei provvedimenti di espulsione emessi nei confronti degli irregolari. I requisiti richiesti per tali Centri li vedrebbero sorgere lontano dai centri abitati, vicini ad un aeroporto e alla sede di un reparto mobile della polizia. Invece, funzionari ministeriali avrebbero individuato, quale Centro di identificazione e di espulsione degli irregolari, l’area militare da tempo abbandonata, detta anche “la Polveriera”, che sebbene ricada nel territorio del Comune di Caserta si trova posizionata a ridosso dell’abitato del Comune di San Nicola la Strada e del galoppatoio del viale borbonico. Il luogo individuato è posto a pochi centinaia di metri dalla Reggia Vanvitelliana di Caserta, patrimonio dell’UNESCO, si affaccia sul viale Carlo III, arteria di accesso al centro storico di Caserta e al monumento, insistendo sull’abitato del Comune di San Nicola la Strada. La collocazione della ex “Polveriera” nel caso di specie mancherebbe del primo requisito, per cui i Centri dovranno sorgere lontano dai centri abitati. La localizzazione, come individuata, appare del tutto singolare dal momento che, oltre a non rispettare alcun vincolo di distanza dal centro abitato, riguarda una zona sottoposta a rigidi vincoli sia architettonici sia militari che ne impedirebbero qualsiasi destinazione, ampliamento e cambio di utilizzazione. La stessa area non è oltremodo idonea a soddisfare lo scopo insito nel Centro di identificazione e di espulsione, non potendo ospitare fabbricati aggiuntivi rispetto ai già esistenti capannoni, vecchi edifici di deposito in stato di abbandono denominati “casermette”, ricoperte di amianto, inadatti ad ospitare persone e a svolgere servizi. La vicinanza al Palazzo Reale della zona individuata richiederebbe per la struttura abbandonata consistenti e prioritari interventi di bonifica, al fine di rimuovere l’attuale presenza di amianto. Già dall'anno scorso, quando la notizia divenne di dominio pubblico, i cittadini sannicolesi si mobilitarono contro tale eventualità, tanto che il sindaco Angelo Antonio Pascariello fu il primo a lanciare l’allarme ed a scrivere, in primis, al Ministro dell’Interno, e, successivamente, al Ministro Bondi. Le motivazioni addotte sono assolutamente ineccepibili sotto qualsiasi punto di vista e sconsigliano di usare le cosiddette “casermette” per l’accoglienza, l’identificazione e l’espulsione degli immigrati clandestini, aveva scritto Pascariello. Resta il fatto, però, che allo stato attuale non è stata definitivamente scongiurata l'ipotesi di un Cie sul Viale Carlo III^.