Libano, Operazione Leonte 8, dopo sei mesi i bersaglieri della “Garibaldi” ritornano a casa
La Brigata Bersaglieri Garibaldi ha costituito dallo scorso mese di maggio, e per la seconda volta, la base del contingente italiano che ha operato nel sud del Libano, per garantire l'osservanza della risoluzione 1701 e 1773 delle Nazioni Unite che prevedono l’impiego di una forza internazionale di interposizione per il rispetto e il consolidamento della tregua siglata tra Israele e Libano all’indomani del conflitto dell’estate 2006. Dopo sei mesi interrotti di attività nel Paese dei Cedri, i circa 3.000 uomini e donne della “Garibaldi”, si accingono a lasciare il Libano ai colleghi della Brigata di Cavalleria Pozzuolo del Friuli, comandata dal Generale Guglielmo Luigi MIGLIETTA, in partenza per l'Operazione Leonte 9, così come già avvenne nel 2008. I primi a rientrare saranno i bersaglieri dell'8° Reggimento di stanza in via Laviano e i “Cavalleggeri Guide (19°)” di Salerno, Unità incardinata nella “Garibaldi”. Prima del rientro in Italia, la Joint Task Force Lebanon su base della “Garibaldi” riceverà la visita a Shama del Presidente dell'Amministrazione provinciale di Caserta, on. Domenico ZINZI che si intratterrà alcuni giorni con i ragazzi della Garibaldi, in prevalenza campani e, soprattutto, casertani. Il Sud del Libano è stata la regione più colpita dalla guerra del 2006 con Israele che ha provocato lo sfollamento di circa 500.000 persone e la distruzione di molti edifici scolastici. Nel corso di questi sei mesi di permanenza in Libano, gli uomini e le donne del generale Giuseppenicola TOTA hanno effettuato: un capillare controllo del territorio che si è materializzato quotidianamente con la presenza costante, sia diurna che notturna, delle pattuglie degli assetti operativi del contingente; coordinamento con le forze armate libanesi che si esplica con attività congiunte, tra le L.A.F. (Libanese Armed Forces – Forze Armate Libanesi) e le nostre unità di manovra. In particolare si sono effettuate pattuglie miste, sia motorizzate che appiedate, nei vari itinerari dell’area d’operazione. Molto significativa anche la realizzazione dell’attività umanitaria: questo compito delicato, sia per l’integrazione sociale tra le forze Unifil e la popolazione locale, sia per la creazione di solide basi per la crescita del paese, spetta ai team del CIMIC (CIvil and MIlitary Cooperation), la cooperazione civile e militare. Le iniziative a favore della popolazione sono state tante, dalla realizzazione di progetti con fondi nazionali al coordinamento con le ONG (Organizzazioni Non Governative) per il sostegno alla popolazione, dai Q.I.P. (Quick Impact Projects – Progetti di rapida realizzazione) realizzati con fondi dell’ONU al supporto medico a favore della cittadinanza locale.