Il Teatro San Carlo ospita il M° Michele Campanella

Con il concerto di domenica sera al Teatro San Carlo di Napoli, il M°  Michele Campanella è riuscito nell’intento di far conoscere al grande pubblico un lato poco noto della letteratura pianistica lisztiana: ha selezionato, infatti, alcune tra le più belle pagine scritte dal compositore ungherese durante gli ultimi anni della sua lunga vita. Sono stati così eseguiti brani interessanti come Sancta Dorothea, Die Trauer Gondel II, Nuages-gris, En Rȇve, Bagatelle sans tonalité, Ave Maria (Die Glocken von Rom), Deuxième Année de pèlegrinage: Italie. Il concerto è stata una bella occasione per riscoprire il tocco di uno dei più grandi pianisti della Scuola Napoletana, di un interprete che ha saputo interpretare la musica di Liszt non solo attraverso una formidabile conoscenza della tecnica pianistica – che inequivocabilmente possiede – ma anche, e forse soprattutto, attraverso una espressività di non poco momento. Nulla manca nella interpretazione dei brani proposti. Se in quelli noti si avverte tutto il fascino della tradizione, senza mai sentire qualcosa di già eseguito da altri, in quelli meno noti al grande pubblico si percepisce una compenetrazione interpretativa che un ascoltatore medio è in grado di percepire sin dalle prime battute del pezzo. L’energia del tocco e l’eleganza del gesto si fondono in un risultato artistico di rara bellezza, in cui la costruzione del suono appare all’uditore quasi magica e surreale; ogni carattere dell’interpretazione è curato nei più reconditi dettagli, anche in quelli che apparentemente possono apparire di minor rilievo: ed è così, ad esempio, che tremoli e trilli costruiscono un tappeto armonico su cui si costruisce tutta la grande melodia e la cantabilità che rendono ancora evidente un impeto romantico nella scrittura lisztiana.
Con il concerto si è inaugurata una importante fase della programmazione del Teatro più importante di Napoli, destinata a protrarsi per i prossimi mesi: sono, infatti, molto attese le esibizioni di Riccardo Muti, Maurizio Pollini ed Aldo Piccolini.
 

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