Abitazioni agli immigrati che pagano fior di euro
La comunità degli immigrati in città ha superato le 600 unità, ma l'integrazione degli stessi è ancora lungi dall'essere risolta. Il primo ostacolo serio alla loro integrazione non è costituito dalla lingua (il comune ogni anno organizza corsi serali di lingua italiana grazie al dottor Francesco Basile) né tantomeno da motivi religiosi. No, il vero grande problema è l'abitazione. Gli immigrati, specialmente nel centro storico cittadino, quello cioé di Via Bronzetti, Via XX Settembre, via Appia e vicoli adiacenti, non dispongono di un appartamento in affitto o di proprietà, e sono costretti a condividere una stanza, accontentandosi molto spesso di un semplice posto letto. Eppure, risulta che molti di essi abitano in locali che sono stati loro concessi in “comodato d'uso gratuito”, invece pagano somme esose ai proprietari che così evadono il Fisco. Senza contare che dal pupnto di vista dell'abitabilità moltissime abitazioni andrebbero chiuse. Il disagio scaturisce innanzitutto da un’offerta abitativa del tutto insufficiente, che fa passare in secondo piano la qualità dell’immobile e dei locali. Il contratto di comodato consite in un contratto di locazione essenzialmente gratuito. Infatti, il comodato differisce dal contratto di locazione per quanto attiene allla clausola che discilplina l'elemento economico del contratto stesso. Nel comodato a fronte del godimento del bene immobile non sussiste alcun obbligo di pagamento dell'affitto caratteristica che non viene meno nell'eventualità che il comodatario corrisponda un piccolo compenso a favore del comodante, come il pagamento delle spese condominiali o delle spese per i servizi d'acqua, di energia elettrica, di telefono. Il bisogno abitativo genera un interessante volume di affari per faccendieri immigrati e italiani, che sfruttano l’inesperienza ed il disagio abitativo per lucrare somme consistenti attraverso l’affitto di catapecchie e senza dichiarale al Fisco. Nei giorni scorsi la Guardia di Finanza di Padova ha scoperto un lucroso giro di affitti in nero organizzato da una donna di 78 anni. L'anziana, proprietaria di otto appartamenti oltre a quello in cui vive, dava in locazione gli alloggi a extracomunitari nordafricani, asiatici e sudamericani, omettendo di registrare i relativi contratti. All'interno delle abitazioni, alcune delle quali in condizioni di totale degrado e senza alcun allacciamento di acqua, luce o gas, le Fiamme Gialle hanno trovato sette immigrati clandestini, tre dei quali già colpiti da provvedimento di espulsione e perciò tratti in arresto. Tre appartamenti sono stati sottoposti a sequestro preventivo e altre sei persone, tra cui la proprietaria delle case, sono state denunciate alla Procura della Repubblica del capoluogo euganeo. Il giro d'affari mensile della pensionata era di almeno 4.000 euro al mese. Quando la Guardia di Finanza di Caserta renderà giustizia a questi immigrati presi per la gola?